La Iena Schembri ricorda Loredana Guida: “nel 2020 non si può morire così”

“Nel 2020 non si può morire così”. La Iena Schembri ricorda la collega e conterranea Loredana Guida, morta per malaria e malasanità. “Ho voglia di spaccare tutto”.

Loredana Guida, morta di malaria e di malasanità

La morte di Loredana Guida, 44enne giornalista e insegnante, ha lasciato tutti sgomenti e increduli di fronte ad una fine evitabile. Non è semplice morire ancora di malaria, in Italia. Eppure è successo. La Procura ha aperto un’inchiesta. La salma è stata sequestrata e verrà sottoposta ad autopsia. La sua scomparsa assurda ha sconvolto la comunità di Agrigento e gli amici ecolleghi incontrati in questi anni. Come la Iena Silvio Schembri. “Ci ha lasciati una persona meravigliosa, una bravissima giornalista a cui ho voluto bene – ha detto in un videomessaggio.

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È impossibile calcolare il tempo trascorso insieme, fianco a fianco, dentro e fuori la redazione. Ho iniziato a fare questo lavoro con te, quasi 13 anni fa. In questa giornata niente ha un senso, ho voglia di spaccare tutto. Nel 2020 non è accettabile morire così”.

Silvio Schembri

A togliere la vita a Loredana è stata la malaria: si è spenta all’ospedale di Agrigento dopo 13 giorni con febbre alta e inappetenza. Era reduce da un viaggio a Lagos, in Nigeria. Al suo rientro a casa in Sicilia ha iniziato ad avvertire i primi malesseri. Si è recata al pronto soccorso ma qui non avrebbe ricevuto l’assistenza necessaria: dopo 9 ore in attesa di un medico avrebbe lasciato la struttura.

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Tornata a casa la situazione si era aggravata: ha avuto uno svenimento ed è stata trasportata con urgenza e in ambulanza in ospedale. Questa volta i medici capiscono che la situazione è grave. Loredana viene ricoverata e lotta tra la vita e la morte nel reparto di Rianimazione. Si sono attivati anche i reparti di Malattie infettive degli ospedali siciliani e anche l’Istituto nazionale Malattie infettive di Roma. Ma tutto è risultato vano. Loredana è entrata in coma dopo 5 giorni dalla prima visita al pronto soccorso. Ora qualcuno dovrà rispondere dei tanti dettagli lasciati per strada, come il viaggio in Africa della giornalista.

 

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