Kobe Bryant: muore anche la figlia | chi era il talento di GiGi

Se la scomparsa di Kobe Bryant getta nello sgomento l’immensa comunità mondiale degli appassionati di basket, quella della figlia Gianna Maria-Onore suscita profonda tristezza. La ragazza, 13 anni, era considerata un grande talento.

Kobe Bryant: GiGi, la figlia che aveva ereditato il suo talento

La scomparsa improvvisa di Kobe Bryant ha letteralmente sconvolto il mondo sportivo americano. Kobe era considerato uno dei cinque atleti americani più rappresentativi degli ultimi venti anni. Sicuramente uno dei venti sportivi più significativi di sempre.

Los Angeles in lutto

Los Angeles, dove Kobe ha giocato per anni, è sotto shock: migliaia di persone si sono portate verso lo Staples Center, la sede delle partite dei Lakers e nei pressi della casa della sua famiglia portando un fiore, una candela o la foto del giocatore con un pensiero. Kobe era amatissimo: nonostante qualche errore e diversi momenti di difficoltà, soprattutto per via del rapporto conflittuale con sua moglie Vanessa – con cui si riconciliò definitivamente solo quattro anni fa dopo una tumultuosa separazione.

L’accusa di stupro

Il momento peggiore fu quello legato all’accusa di stupro che gli venne mossa da una ragazza di 19 anni nel 2003. Eppure nonostante questo Kobe resta uno degli ‘untouchables’, uno dei giocatori considerati al di sopra di tutto. L’accusa di stupro venne archiviata con il ritiro delle accuse della ragazza con la quale ci fu poi una transazione.

Kobe e la figlia in uno scatto di tre anni fa – meteoweek

Kobe e l’Italia

Sull’elicottero c’era la figlia tredicenne Gianna Maria-Onore. Un nome italiano… Kobe era legatissimo al nostro paese. Per diverso tempo si parlò sia di un possibile arrivo in Italia a fine carriera, impraticabile per via dei suoi impregni imprenditoriali in patria, sia di suoi investimenti qui da noi. Quando la mitica Olimpia Milano era in crisi nera sembrava la dovesse comprare lui.

Bryant parlava un italiano perfetto: per otto anni frequentò le scuole dell’obbligo nel nostro paese mentre il padre giocava qui. Rieti, Reggio Calabria, Reggio Emilia e Pistoia. Tutte le sue quattro figlie hanno almeno un nome italiano. Natalia Diamante, Bianka Bella e l’ultima nata Capri – la sua meta preferita per le vacanze.

Gianna, detta GiGi

Gianna, soprannominata GiGi, aveva solo 13 anni: era la seconda delle quattro figlie che il cestista ha avuto con la moglie Vanessa prima e dopo la separazione e la riconciliazione. Innamorata del padre, che chiamava affetuosamente “Key”, come ‘kappa’ ma anche come ‘chiave’, GiGi era famosa perché delle tre figlie era probabilmente quella più appassionata allo sport e al basket. Discuteva spesso con il papà perché avrebbe voluto farsi il suo primo tatuaggio già l’anno scorso, una chiave, sull’avambraccio destro. Il simbolo che la legava al padre.

La trasformazione di GiGi in soli cinque anni – meteoweek

Un grande talento

Affiancava molto spesso il padre nelle sue attività benefiche in particolare quelle rivolte alle scuole per i poveri e alle Academy di basket nei quartieri disagiati che Kobe finanziava personalmente. Gianna era a sua volta una ottima giocatrice: giocava nelle Mambas, la squadra finanziata dal padre insieme ad altre ragazze di grande talento che prendevano parte all’AAU, il campionato giovanile. Giocava guardia, proprio come il padre. Eccellente nel ball handling e nel tiro in sospensione GiGi aveva un dono naturale ereditato dal padre nell’uno contro uno.

Identica al padre

Vederla giocare, con i capelli crespi raccolti, sembrava davvero di vedere una giovanissima controfigura del papà: stesse smorfie, stesse movenze e lo stesso vezzo di passarsi una mano dietro alla schiena dopo ogni tiro per asciugarsi il palmo della mano destra.

Kobe e la figlia allo Staples Center

Spesso insieme alle partite

Dopo il ritiro dall’NBA Kobe non amava andare a vedere le partite ufficiali: nonostante gli sponsor gli offrissero cifre da capogiro per presenziare a bordo campo o in conferenza stampa, lui preferiva dedicarsi completamente alle Mambas e ai ragazzi della sua Academy. In un paio di occasioni tuttavia si presentò allo Staples Center e con lui c’era anche Gianna. Accadde lo scorso anno. La ragazzina venne anche intervistata da CNN Sports.

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“Perché amo il basket”

Il giornalista, grande amico del giocatore, chiese a Kobe se poteva fare qualche domanda a sua figlia e il Mamba rispose, ‘chiedilo direttamente a lei, per me non c’è problema’.

GiGi spiegò cosa le piacesse del basket: “Da piccola adoravo giocare alla play con papà, solo che io volevo sempre scegliere i Lakers e lui alla fine perdeva sempre. Mi piace giocare con le mie amiche, adoro vincere, credo di essere una persona molto competitiva anche se mio papà mi dice che divertirsi è sempre molto più bello che vincere. Ma lo dice uno che ha vinto tanto. Mi piace molto allenarmi, anche il lavoro in palestra. Se un giorno diventerà una professione non lo so: non voglio che la gente pensi che gioco solo perché mi chiamo Bryant di cognome, ma quando mi dicono che un po’ gli somiglio molto sono orgogliosa”.

GiGi era riuscita nella non facile impresa di trascinare sempre più spesso papà allo Staples Center perché contrariamente a lui, lei adorava andare a vedere le partite dei Lakers.

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