L’Oms tenta di rassicurare il mondo sul Coronavirus, ma non convince

L’OMS ha affermato che le misure drastiche adottate dalla Cina hanno offerto la possibilità di interrompere la trasmissione: “Il mondo ha una finestra di opportunità”.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità cerca di tranquillizzare il mondo sull’emergenza Coronavirus, e lo fa con dati più oggettivi che scientifici. Non dichiara che è stato trovato un vaccino o una cura per la polmonite killer (l’Italia sì che è sulla buona strada), ma si limita a dire che il virus è stato circoscritto alla Cina. Eppure solo ieri il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, aveva ammonito: “Il rischio che il coronavirus si diffonda a livello globale rimane alto. E’ il momento che tutti i Paesi si preparino”.

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Oggi il direttore dell’Oms cambia rotta: “Il mondo ha una finestra di opportunità per fermare la diffusione del nuovo micidiale virus”, affermando che le misure drastiche adottate dalla Cina hanno offerto la possibilità di interrompere la trasmissione. “Mentre il 99 percento dei casi si trova in Cina, nel resto del mondo abbiamo solo 176 casi” – ha dichiarato Tedros Adhanom Ghebreyesus – ciò non significa che non peggiorerà. Ma di sicuro abbiamo una finestra di opportunità per agire”. Intanto Singapore, Malesia e Thailandia hanno riferito di nuove infezioni di persone che non erano state in Cina. Appunto.

Il capo dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus

Il direttore generale dell’Oms ha confermato l’appello dell’Organizzazione mondiale della sanità “a tutti i Paesi a non imporre restrizioni non necessarie, che interferirebbero con i viaggi e il commercio. Queste restrizioni possono avere l’effetto di aumentare la paura e lo stigma, con benefici limitati per la salute pubblica”. “Continuiamo a lavorare a stretto contatto con il governo cinese per sostenere i suoi sforzi per affrontare questo focolaio nell’epicentro – continua – questa è la nostra migliore possibilità che abbiamo di prevenire una crisi globale più ampia, ma senza dati migliori, è molto difficile per noi valutare come si sta evolvendo l’epidemia, quale impatto potrebbe avere e fornire le raccomandazioni più appropriate”.

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