Coronavirus. La Procura di Padova apre fascicolo sul primo decesso

Per ora la Procura parla di ‘atto dovuto’, senza indagati nè ipotesi di reato, ma è la prima volta che succede dallo scoppio del contagio in Italia. Si indaga sulla morte di Adriano Trevisan.

Non ci sono nè indagati nè esistono ipotesi di reato, eppure qualcosa ci dovrà pur essere se la Procura di Padova ha deciso di indagare sulla morte di Adriano Trevisan, la prima vittima di coronavirus in Italia. Il 78 enne era morto il 22 febbraio scorso nell’ospedale di Schiavonia, nella Bassa Padovana. Sono state chieste all’ospedale le cartelle cliniche del paziente per accertare se le linee guida rispetto alla malattia, dalla sua diagnosi e al contenimento del contagio, siano state rispettate. Si infaga per capire se ci siano state negligenze o ritardi nell’applicazione delle linee guida. Forse si doveva e poteva fare di più per evitare il diffondersi del contagio? Questi  potrebbero essere gli interrogativi su cui vogliono far chiarezza gli inquirenti.

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E la Procura di Padova apre così un fascicolo conoscitivo – a modello 45, quindi senza indagati nè ipotesi di reato – sulla morte di Adriano Trevisan. L’inchiesta è al momento a livello preliminare e gli accertamenti sono finalizzati soltanto a ricostruire quello che è successo. “Si tratta di un fascicolo modello 45 – spiega il capo della Procura Antonino Cappelleri -. Non ci sono indagati né ipotesi di reato, si sta solo cercando di capire tutti i passaggi che hanno portato al decesso del paziente, e se diagnosi e cure siano state tempestive e rispettose delle linee guida imposte in casi come questi”. Non si ha notizia ad oggi di analoghe iniziative da parte da altri uffici giudiziari, e in particolare dalla procura di Lodi, sotto la cui giurisdizione ricade il comune di Codogno, epicentro del coronavirus nel nord Italia. Nell’ospedale lombardo, il 16 febbraio, è arrivato il paziente 1. Da qui si è diffuso il contagio. E su questo ospedale si sono concentrate alcune critiche, come quelle, poi in parte precisate, del premier Giuseppe Conte, il quale ha affermato che all’origine di uno dei focolai c’è stata la gestione “di un ospedale” non in linea con i protocolli.

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Un’altra inchiesta già avviata è quella della procura di Milano, che indaga con l’ipotesi di “manovre speculative” sui generi di prima necessita’ in relazione alle vendite a prezzi ‘folli’, in particolare su piattaforme online, di gel disinfettanti e mascherine in questi giorni di emergenza. Il fascicolo, al momento a carico di ignoti.

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