Ugo, ucciso a 15 anni, i famigliari: “Non era cattivo, cercava lavoro”

Le zie e la nonna di Ugo Russo raccontano il proprio piccolo nipote rimasto ucciso nella rapina. Hanno parlato anche di brutto giro in cui era stato tirato dentro.

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Il caso di Ugo Russo, il ragazzo morto a Napoli durante una rapina, fa ancora discutere. I parenti del ragazzo di 15 anni, freddato da un colpo di arma da fuoco fatto partire da un carabiniere, ne hanno parlato poche ore dopo la notizia. E viene fuori il ritratto di un ragazzo che voleva ripartire, anche dopo alcuni momenti molto difficili. Fermo restando che ciò che è successo – compresa la sua morte – non può far passare sotto traccia il fatto che Ugo Russo stesse prendendo parte a una rapina.

Da un anno circa aveva una fidanzatina e si erano scambiate le fedi di fidanzamento – ha dichiarato la nonna all’ANSA – . Lui me l’aveva consegnata, ed io gli dicevo di non illuderla. Non era di certo un delinquente. Ugo dormiva qui da me molto spesso. Era iscritto al primo anno dell’ Istituto Serra, ma non frequentava molto. Voleva lavorare, ed aveva fatto prima il fruttivendolo e poi, fino a un mese fa, il muratore“.

Al coro di parenti distrutti per la scomparsa di Ugo Russo si aggiunge anche la zia Raffaella. Anche lei si è confidata in un’intervista per ANSA. “Se gli dicevano qualcosa diventava rosso. Non si drogava, neanche uno spinello, era contrario. Era stato tirato in un brutto giro ma non era un delinquente. Voleva andare a fare il pizzaiolo a Londra, voleva andarsene. Qui non c’è lavoro“.

Ugo Russo raccontato dai familiari

A seguire, ha preso la parola un’altra sua zia, Luciana. Dalle sue parole emerge un altro ritratto di Ugo Russo come un bravo ragazzo, che stava cercando di rifarsi una vita. “C’erano tre carabinieri in borghese che prendevano informazioni dai medici della rianimazione, li abbiamo visti andare via alla spicciolata, imbarazzati. Poco dopo sono arrivati decine di poliziotti, li hanno fatti mettere davanti all’ingresso della rianimazione, poi hanno chiamato il padre e la madre di Ugo e gli hanno detto che il ragazzo era morto. Abbiamo reagito. Voi che avreste fatto?“.

Sia la nonna che le due zie non giustificano Ugo in quanto stava portando avanti una rapina. In ogni caso, si scagliano contro il carabiniere che ha aperto il fuoco contro di lui. “È stato un omicidio. Adesso il giudice deve passarsi la mano per la coscienza e decidere se un ragazzo a 17 anni può morire cosi“.

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