Coronavirus, Calenda: “Il vecchio mondo è finito, l’Europa deve cambiare”

L’ex ministro e leader di Azione, attualmente eurodeputato, interviene sui rapporti tra Italia ed Unione Europea ai tempi del coronavirus. E lo fa in modo netto: “Nulla è come prima, le vecchie regole non valgono più”. 

Carlo Calenda

«Il vecchio mondo è finito, le vecchie regole non valgono più». Carlo Calenda è da poco rientrato da Bruxelles a Roma. Giusto in tempo per ascoltare Christine Lagarde, presidente della Bce, affermare  «Non siamo qui per chiudere gli spread». Una frase folle, che ha contribuito a far crollare le borse europee. Non è con lei che ce l’ha, però, l’ex ministro allo sviluppo economico, ora eurodeputato e leader di Azione: «Lagarde non ha sbagliato in quel che ha detto – risponde a Fanpage.it – ha sbagliato per quel che non ha detto». Per Calenda, infatti, il problema sarà tra qualche mese, non ora: «Quel che dovrà fare la Bce in misura pesantissima, più che ora nei prossimi mesi” afferma l’eurodeputato, “quando i debiti cominceranno a gonfiarsi, è coprirci le spalle. È qui che ieri ha sbagliato la Lagarde: non nel dire che oggi la politica monetaria può fare poco, perché i tassi sono negativi e quindi molto è affidato ai bilanci pubblici. Quello è giusto e incontrovertibile. Quel che non ha detto è “Io vi coprirò le spalle qualunque cosa accada”». 

Perchè Calenda ha una grandissima paura, che potrebbe realizzarsi nel prossimo futuro e che richiederebbe uno sforzo enorme, anche da parte dell’Unione Europea e della Banca Centrale Europea: «Io temo il vero grande rischio che corre l’Italia: che l’epidemia di Coronavirus arrivi al Sud» spiega il leader di Azione. «Prima stavo al telefono con il sindaco di Siracusa, che si chiama Francesco Italia ed è di Azione. Lì i medici sono terrorizzati, perché lì la sanità è a pezzi. Al Sud siamo oltre rispetto ad una situazione di turismo sanitario: il primo ospedale della Calabria è il Gemelli di Roma». Una considerazione inquietante, che va affrontata subito, vista la situazione: «E’ importantissimo che il governo si metta a fare un lavoro preventivo di rafforzamento della sanità nelle regioni del Sud. Non vorrei che passasse il messaggio che basti dire “State a casa che passa” e tutto andrà bene. Non è così. Noi avevamo presentato a novembre quando ancora non c’era quest’emergenza, un progetto sulla sanità, perché i dati sulla sanità erano devastanti. L’abbiamo fatto con Walter Ricciardi e abbiamo stimato circa 3 miliardi e mezzo di investimento».

Christine Lagarde

Il problema sono i soldi, che non è detto che ci siano: «Quando sei nelle situazioni straordinarie, quel che puoi e devi fare coincidono. Quindi sì, i soldi ci devono essere.  E ci devono essere anche per molte altre cose. Ad esempio» prosegue Calenda «si dovrebbe iniettare una bomba di liquidità nelle imprese per evitare che collassino: questo vuol dire annullare loro i tributi e le imposte, dandogli moratorie e accesso al credito. E dall’altro lato tenere legati i 18 milioni di lavoratori dipendenti alle imprese, quindi cassa integrazione e permessi retribuiti. Questo è  il minimo sindacale per evitare l’infarto, ora». E bisogna anche pensare al dopo: ed è allora che l’intervento europeo sarà indispensabile: «Avremo poi una situazione con consumi fermi, export fermo, catene del valore bloccate, epidemia che si sposta negli altri Paesi. E dovrai avere un modello di sviluppo necessariamente fondato sugli investimenti pubblici e sulla spesa pubblica. E qui veniamo alla questione europea. Qui il tema non è la deroga al patto di stabilità. Il patto dice chiaramente che tu puoi derogare in presenza di eventi straordinari».

Ursula von der Leyen

E quindi, immissione di soldi sui mercati, ma non solo: «Il tema è far arrivare quella liquidità e quei tassi alle imprese e alle famiglie. Oggi quei soldi non arrivano a imprese e famiglie perché hai regole bancarie estremamente restrittive, che andranno riviste. E quindi hai bisogno di poter dire nel caso della moratoria sui mutui, che la moratoria non impatta sui requisiti di capitalizzazione delle banche. Probabilmente si dovrà arrivare a helicopter money, cioè dare soldi direttamente nelle mani a famiglie e imprese. Io penso che prima o poi ci si arriverà». Una immagina che poco si concilia con quella che l’Europa ha dato di se fino ad ora: austerity, pareggi di bilancio…  «Il vecchio mondo è finito, le vecchie regole non valgono più» esclama deciso Calenda.  «I falchi e gli eurocrati si mettano il cuore in pace. Poi non è detto questo sia un male. Noi come Italia dovremo essere in grado di fare conti coi nostri mostri, di una politica separata dalla competenza tecnica, in cui è tutto destra sinistra, fascisti e comunisti, tutte queste cazzate, per tornare a guardare al buongoverno e alla capacità di misurarsi con la gestione. L’Europa dovrà essere molto più stretta e molto più unita, oppure rischia di sparire. Che sia una risposta coordinata attraverso gli eurobond o una copertura sui debiti futuri, tu a un certo punto dovrai avere una condivisione dell’indebitamento e delle politiche fiscali. Questo è il punto di caduta necessario».

 

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