Coronavirus, mezzo milione di test decollano da Aviano destinazione Memphis

Operazione lampo, in pieno stile militare, per portare con la massima urgenza negli Stati Uniti 500mila test diagnostici per il coronavirus.

Destinazione Memphis

Sono i classici tamponi, kit diagnostici che servono a verificare la presenza del virus nel cavo orofaringeo. Mezzo milione di kit che sono partiti in modo frenetico, con una vera e propria operazione militare,  dall’aeroporto di Aviano destinazione Stati Uniti. Un gesto di incredibile generosità dell’Italia che ha letteralmente rinunciato a una propria importante dotazione per andare in contro alle esigenze degli USA che stanno vivendo un momento drammatico e si stanno dimostrando per ora del tutto impreparati all’evenienza.

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Senza lesinare

Non sono chiari i termini dell’accordo e se l’iniziativa sia governativa o meno. Quello che si sa, confermato dalle fonti militari US, è che i 500mila tamponi sono partiti in gran segreto da Aviano con un volo militare per arrivare a Memphis e che in poche ore tutti i kit sarebbero stati redistribuiti nelle zone statunitensi più colpite dal virus. La fonte è più che autorevole: si tratta del generale David Lee Goldfein, Capo di Stato maggiore dell’aeronautica militare americana, il comandante in capo della potentissima US Air Force.

Nessun ulteriore commento

Goldfein, senza rilasciare alcun ulteriore commento, ha detto ai giornalisti che i kit sono stati messi a disposizione dalla generosità degli italiani e che in poche ore erano subito stati trasferiti a Memphis. Anche la scelta di Memphis non è casuale: si tratta di una delle città logisticamente più strategiche degli Stati Uniti, in grado di raggiungere con pochi voli relativamente brevi sia la costa atlantica che quella pacifica e tutte le zone in questo momento più a rischio, soprattutto New York, Florida e Chicago.

Eppure…

Certo che le notizie degli ultimi giorni non avevano fatto brillare le grandi potenze per generosità, con Germania e USA a litigare per avere la priorità su un vaccino e mascherine embargate che non potevano arrivare nel nostro paese perché trattenute al confine sia dalla Francia che dalla Germania. L’operazione, confermata dal Pentagono consentirà in questo modo di allestire esami di laboratorio rapidi e approfonditi mentre le industrie americane si stanno ancora organizzando per fare fronte alle crescenti richieste del governo Trump di kit diagnostici, mascherine e soprattutto set di pronto intervento di rianimazione visto l’estendersi del contagio e l’aggravarsi di molti ricoverati.

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