Coronavirus, in Puglia avvisi sulle porte degli immigrati: razzismo?

Cartelli affissi sulle porte degli immigrati a Cassano delle Murge, in Puglia. “Per avvisare delle misure do contenimento”, dice la polizia municipale. Ma per don Rocco D’Ambrosio, dell’associazione “Cercasi un fine”, è un metodo offensivo che ricorda tempi nefasti.

Cartelli-avvisi che avvertono delle misure di contenimento. Ma solo sulla porta dei cittadini immigrati. Siamo a Cassano delle Murge, in Puglia: la polizia municipale ha scelto questo metodo per comunicare i provvedimenti del governo. Lo racconta don Rocco D’Ambrosio, presidente dell’associazione ‘Cercasi un fine’: “La scelta di far attaccare i manifesti alle porte ci sembra,
a dir poco, lesiva della dignità dei cittadini coinvoltiha commentato il sacerdote, che ha anche spiegato perchè: “E’
un metodo offensivo che ricorda tempi nefasti in cui parte della
popolazione era additata come diversa”.  Quella di don D’Ambrosio – che è anche docente alla Gregoriana –  è una vera e propria denuncia: i cartelli, infatti, non sono ovunque ma
“solo sulle porte dei migranti”.

LEGGI ANCHE -> Coronavirus: rientrano 1100 studenti italiani

Don Rocco D’Ambrosio, il sacerdote che ha denunciato l’affissione dei cartelli in Puglia

L’associazione ‘Cercasi un confine’ in questi giorni sta portando beni di prima necessità, come quelli alimentari, alle famiglie in difficoltà: è così che sono stati notati i cartelli, ed il fatto che fossero stati affissi solo sulle porte dei migranti che abitano a Cassano delle Murge. “Da quasi due anni, ci occupiamo, come Associazione di promozione sociale – spiega don Rocco D’Ambrosio -, di organizzare corsi di italiano per cittadini stranieri, attualmente sospesi per la crisi in atto. Segnaliamo che sono stati affissi, sulle porte di alcune case di cittadini
stranieri, volantini in italiano e in inglese, firmati dalla
locale polizia municipale, con le disposizioni riguardanti tutti
i cittadini in questo periodo di crisi. La scelta di far
attaccare i manifesti alle porte ci sembra, a dir poco, lesiva
della dignità dei cittadini coinvolti“.  Troppo evidente, almeno secondo il sacerdote, il riferimento ad “un metodo offensivo
che ricorda tempi nefasti in cui parte della popolazione era
additata come diversa, in maniera visibile e riconoscibile da
tutti”.

LEGGI QUI -> Coronavirus, in Corea del Sud ci sono più guariti che malati

“Correttezza vuole” aggiunge il sacerdote, “che fossero consegnati come lettere o, meglio ancora, informati personalmente, in lingua, delle varie disposizioni”. Inoltre gli avvisi sono solo in inglese e invece nel Comune abitano cittadini di origine albanese, francofona, ispanica e di lingua araba.
Don Rocco D’Ambrosio denuncia “un clima di
ostilità di una parte della cittadinanza nei confronti degli
stranieri, che in questo momento sembra essere ancora più forte. Diverse volte ci è capitato sentire alcuni cittadini, anche
cattolici, che ci invitavano a ‘preoccuparci degli italiani
bisognosi e a lasciar stare i migranti‘. Come Associazione non
guardiamo mai il colore della pelle, prima di aiutare qualcuno,
ma semplicemente il loro bisogno perché ‘siamo tutti nella
stessa barca’, come ha ricordato Papa Francesco”.
“Ci auguriamo” conclude don Rocco D’Ambrosio, “che le autorità locali e i cittadini di Cassano diano prova di come la ‘solidarietà politica, economica e sociale’, prevista dagli articoli 2 e 3 della Costituzione, sia, ora più che mai, responsabilità e impegno di tutti, nessuno escluso”.

Impostazioni privacy