Coronavirus, crolla il turismo in Italia: 143 milioni in meno

Il Coronavirus potrebbe bruciare 18 miliardi di euro per tutto il 2020. La flessione nell’arrivo di turisti in Italia ammonta al 34,2% rispetto ai primi tre mesi del 2019.

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Se ne parlava già quando l’emergenza Coronavirus non era ancora così forte e pressante nel nostro Paese. L’Italia sta pagando un grave prezzo per la diffusione del Covid-19 all’interno dei propri confini. E uno dei danni più ingenti lo sta subendo l’economia, ma non solo per quanto riguarda le aziende chiuse o i dipendenti a casa senza stipendio. A pagare il prezzo più alto, almeno per il momento, è la macchina del turismo in Italia. Chiaramente, per ovvi motivi, non è possibile riscontrare la presenza di turisti nel nostro Paese.

E un’indagine svolta e resa nota poche ore fa da Demoskopika presenta il conto all’Italia. Dall’inizio del 2020, infatti, sono ben 143 milioni i turisti in meno fatti registrare in questi primi tre mesi. Il dato viene ovviamente confrontato con lo stesso periodo dello scorso anno. E nel confronto emerge un crollo del 34,2% nei dati delle presenze nelle mete turistiche più gettonate. In particolare nel mese di febbraio, con l’interruzione e la cancellazione delle sfilate di Carnevale, e a marzo con l’arrivo della primavera, l’Italia sta pagando un conto molto pesante.

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Tra questi 143 milioni di turisti in meno in Italia, il Coronavirus ha provocato un danno meno ingente ma comunque importante. Si tratta di un calo di presenze quantificate in 29 milioni di persone, causata dalla contrazione del consumo totale di beni e servizi. Questo è dovuto in particolare alla decisione del premier Conte di applicare il lockdown sul territorio nazionale. E sul piano economico, come si legge nel saggio “Turismo in quarantena” redatto da Demoskopika, il danno causato dall’emergenza Coronavirus si fa ancora più vistoso.

In tutto il 2020, infatti, le perdite nel nostro Paese possono essere quantificato in ben 18 miliardi di euro in spesa turistica. Questa cifra viene fuori dalla somma dei 9,2 miliardi per la contrazione dell’incoming e gli 8,8 miliardi per la rinuncia alle vacanze degli italiani in altre località del nostro Paese. Il 70% di questa cifra, pari a circa a 12,6 miliardi, si concentra in sei regioni italiane. Si tratta di Veneto, Lombardia, Toscana, Lazio, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige. Il dato visto così è davvero terribile, se consideriamo che, oltre alla perdita di questi introiti, il Governo è costretto a mettere le mani nei conti pubblici per risanare la situazione data dall’emergenza Coronavirus.

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