L’Antartide dei dinosauri era una ricca foresta pluviale: ecco la scoperta pubblicata su Nature

Antichi nuclei di ghiaccio hanno rivelato in Antartide una scoperta strabiliante: resti fossili di pollini e spore, i principali indicatori di una foresta pluviale perduta da tempo e nel tempo rimasta avvolta nell’oscurità del gelo.

antartide foresta pluviale

L’Antartide può essere facilmente considerato il continente più remoto della Terra, così impervio che solo poche “fortunate” creature possono sopravvivere alle sue perpetue condizioni punitive. Tuttavia, secondo una recente scoperta, se fosse possibile riportare l’orologio indietro di circa 90 milioni di anni, questo paesaggio ghiacciato ci parrebbe tutto fuorché desolato. E anzi, si trasformerebbe in una lussureggiante foresta pluviale.

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Sembrerebbe un prologo da romanzo, eppure questo è quanto stato rivelato da un articolo pubblicato nella giornata di oggi sulla rinomata rivista Nature. Quello che un gruppo di ricercatori ha infatti scoperto, è che al Polo Sud, in alcuni sedimenti sepolti dalle acque a 25 metri di profondità, al largo del ghiacciaio di Pine Island, sono stati ritrovati preziosissimi fossili di spore e pollini.

I resti, conservati in quelli che vengono definiti dei “nuceli di ghiaccio“, rappresentano solo un piccolo assaggio di quelli che un tempo erano gli ecosistemi cretacei delle latitudini più buie, a circa 500 chilometri dal Polo Sud. Una scoperta, questa, che però potrà aiutare a ricostruire la storia climatica della Terra, a partire dalle cause che hanno portato l’Antartide a raggiungere temperature ed ecosistemi con i quali siamo oggi soliti conoscerlo.

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Caldo e foreste pluviali al Polo Sud: possibile, ma 90 milioni di anni fa

Lo studio su questa incredibile scoperta è stato coordinato dal Centro Helmholtz per la ricerca polare e marina dell’Istituto Alfred Wegener tedesco, guidato da Johann Klages, insieme ai colleghi dell’Imperial College di Londra. Secondo quanto i ricercatori riportano nell’articolo pubblicato su Nature, i resti fossili risalgono ad una antica foresta pluviale di 90 milioni di anni fa, e dimostrano che durante il Cretaceo – all’epoca dei dinosauri – il clima al Polo Sud era eccezionalmente caldo, con temperature medie annuali di 12 gradi centigradi.

antartide - antica foresta pluviale
Ricostruzione della foresta pluviale in Antartide – foto via Nature

Grazie all’impiego della nave rompighiaccio tedesca Polarstern, i ricercatori sono riusciti a raccogliere nel 2017 alcuni sedimenti nel mare di Amundsen, nella regione occidentale dell’Antartide, a circa 25 metri al di sotto del fondale oceanico. Durante tutte le analisi che sono state poi condotte in questi ultimi anni, e tra le quali si sono alternate complesse tac ai raggi X, è stato riportato alla luce il contenuto di questi preziosissimi resti.

Pollini e spore, per la precisione, incontaminati e provenienti direttamente dal suolo di una misteriosa foresta ai tempi del Cretaceo. Secondo quanto viene riportato nello studio, si potrebbe immaginarne il paesaggio pensando a una zona palustre simile a quelle delle odierne foreste pluviali in Nuova Zelanda. Come spiegato da Johann Klages, “l’insolita colorazione dei sedimenti, diversa da quella degli strati superiori, ha subito catturato la nostra attenzione”. “I campioni erano così ben conservati da poterci consentire di distinguere le singole strutture cellulari”, ha infatti spiegato il ricercatore.

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Ciò significa, allora, che all’epoca dei dinosauri il Polo Sud era tutt’altro che una zona fredda, buia e impervia – un fatto pressoché anomalo. Come quanto viene riferito nello studio, dunque, si potrebbe pensare che a rendere le temperature così miti a quei tempi fosse stata l’elevata concentrazione nei livelli atmosferici di anidride carbonica.

Del resto, è bene ricordare che il periodo del medio Cretaceo (stiamo parlando di una finestra temporale che va dai 115 agli 80 milioni di anni fa) è considerato dagli esperti il più caldo che la Terra abbia mai vissuto nei suoi ultimi 140 milioni di anni. Un periodo che offriva agli antichi abitanti del pianeta delle temperature superficiali marine che raggiungevano i 35 gradi ai Tropici, e contava di un livello delle acque più elevato di 170 metri rispetto a quello attuale.

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