Coronavirus, come sta andando? Ce lo dicono le terapie intensive

Smarriti tra numeri, dati, previsioni, c’è un dato che veramente può aiutarci a comprendere a che punto siamo: sono gli accessi alle terapie intensive.

Moltissimi Paesi del mondo stanno prendendo misure straordinarie per ridurre il numero dei contagi. Gli obiettivi sono due: tentare di debellare il virus, naturalmente. Ma non è l’obiettivo primario: non sappiamo infatti se questo sarà possibile, se scomparirà in breve tempo, se invece sarà un problema che dovremo gestire per mesi. Ma il vero motivo è un altro, ed ha a che fare con il sistema sanitario, ed in particolare con i reparti di terapia intensiva. Lo spiega bene in un approfondimento il quotidiano “Il Giornale”: “Ciò che ha spinto le autorità a disporre la serrata totale, in Italia ma non solo, è la necessità di evitare il collasso dei sistemi sanitari dei vari Paesi per far sì che ogni paziente possa essere curato nel migliore dei modi. Per capire quindi se la nostra battaglia contro il coronavirus sta funzionando oppure no, il dato che – più di tanti altri – dobbiamo osservare è la curva dei ricoveri in terapia intensiva. Un metodo che per logica funziona. Anche perchè valutare l’andamento della pandemia analizzando esclusivamente il numero delle persone positive al coronavirus ogni giorno può essere fuorviante: il dato è condizionato da troppi fattori e variabili. Ad esempio, all’inizio dell’epidemia in Lombardia veniva fatto il test anche agli asintomatici, poi solo ai pazienti più gravi, ora anche ai monosintomatici: è evidente la poca affidabilità di un dato del genere.

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I criteri di accesso alle terapie intensive sono più stabili e, pur rappresentando una percentuale dei malati magari anche ridotta, ma che può essere utilizzata per definire, in proporzione, il numero dei malati. L’articolo de “Il Giornale” cita il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, che così si è espresso: “Il numero di coloro che hanno bisogno di essere ricoverati in terapia intensiva non è più marcatamente alto come agli inizi della scorsa settimana”, ha detto ai cronisti in conferenza stampa. Le persone ricoverate in terapia intensiva oggi in Italia per il coronavirus sono 4.035: la curva si sta leggermente appiattendo, i numeri non sono in drammatica crescita come fino a qualche giorno fa. Le norme di contenimento hanno permesso di guadagnare tempo: si è permesso agli ospedali di aumentare il numero di posti disponibili nelle terapie intensive e di conseguenza di poter gestire meglio l’emergenza. Se le Regioni non avessero avuto questo tempo a disposizione oggi gli ospedali sarebbero al collasso e i medici avrebbero dovuto scegliere chi intubare e chi lasciar morire. Attualmente i pazienti Covid occupano tutti i letti disponibili prima della crisi, quando l’Italia scontava una carenza storica dovuta ai tagli imposti negli anni: dai 12,5 posti ogni 1000 persone del 2012 si era arrivati ai 8,42 del 2017. Numeri forse sufficienti in tempi normali, ma che rischiavano di condannare il Paese nel pieno della pandemia.

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