Coronavirus. L’Unione Europea ascolta più Francia e Germania che l’Italia

Emergenza coronavirus in Europa. Francia e Germania preparano un pacchetto comune che però non piace all’Italia e non solo. Il ministro Gualtieri insiste per i coronabond.

Un altro Paese si sfila dalla battaglia italiana per ottenere dall’Europa i coronabond, misura che servirebbe agli Stati più in difficoltà di tamponare la grave crisi economica nata dalla pandemia di coronavirus. Martedì forse si tireranno le fila nella riunione dell’Eurogruppo. Nel frattempo Parigi e Berlino prevedono la possibilità che un Paese possa ricorrere a linee di credito del fondo salva-Stati fino al 2% del proprio Pil, una sorta di Mes leggero. Ma il ministro dell’economia, Gualtieri, non ci sta. “Strumento vecchio e inadatto, può essere usato solo senza alcuna condizionalità”.​

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Per Gualtieri il pacchetto approntato da Francia e Germania in vista dell’Eurogruppo che dovrà accordarsi sulle contromisure per reagire all’impatto economico del coronavirus, è insufficiente per l’Italia, che continua a chiedere l’emissione di titoli di debito comuni per far fronte all’emergenza, i coronabond, appunto. Secondo l’agenzia stampa tedesca Dpa, le proposte franco-tedesche prevedono la possibilità per gli Stati di ricorrere a una linea di credito del Mes fino al 2% del proprio Pil, l’intervento della Bei per garantire fino all’80% dei prestiti a breve termine delle banche e il ricorso al bilancio Ue con risorse da destinare a misure contro la disoccupazione. Ma Roma protesta: “Bene SURE e garanzie Bei – ha dichiarato ancora il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri – ma la risposta dell’Ue deve comprendere bond comuni”.  Ma nessun passo avanti è stato fatto sui Coronabond e la mutualizzazione del debito. “È’ una linea rossa per Olanda e Germania”, spiega una fonte. La proposta della Francia di un Fondo ad hoc temporaneo che emetta titoli comuni potrebbe finire direttamente sul tavolo dei capi di Stato e di governo.

 

 

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