Coronavirus. Aprono ospedali Milano e Bergamo. I russi: pronti ad aiutarvi

Gli ospedali allestiti presso le fiere di Milano e Bergamo  aprono i battenti. A Milano sono arrivate le prime ambulanze. A Bergamo stamattina le ultime prove simulate con un manichino e un ultimo sopralluogo. Il presidio bergamasco sarà operativo con circa 35 posti letto: il totale è di 142, di cui la metà di terapia intensiva e sub-intensiva.

La Lombardia ha i suoi nuovi ospedali attrezzati per la cura del coronavirus. Questa mattina è cominciata l’operatività nella nuova struttura sanitaria creata nei padiglioni della Fiera di Milano. All’ingresso a medici, infermieri e operatori è stata presa la temperatura. Ed è arrivata la prima ambulanza dell’ospedale che è gestito dal Policlinico di Milano. A Bergamo si sono svolte le ultime prove simulate con un manichino ed è stato effettuato un ultimo sopralluogo. Il presidio sarà operativo con circa 35 posti letto: il totale è di 142, di cui la metà di terapia intensiva e sub-intensiva. L’assessore al welfare della regione Lombardia, Gallera: “Oggi a Milano entrano i primi pazienti. Da qui a 15 giorni occuperemo i 53 posti che abbiamo preparato nei primi moduli. Nel frattempo si stanno realizzando quelli al piano terra, che vedremo se destinare in parte alla terapia intensiva e in parte ad altri bisogni che abbiamo”.

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I medici russi a Bergamo sono pronti

“L’italia ha chiesto aiuto alla Russia e noi per senso di solidarietà siamo venuti qui in Lombardia, la regione più colpita, per dare una mano e fronteggiare il Covid”. A spiegarlo è uno dei militari della brigata russa nell’atrio dell’ospedale allestito alla Fiera di Bergamo dopo l’ultimo sopralluogo prima dell’apertura ai malati di Coronavirus che provengono dalla zona più colpita del nostro Paese. All’interno del presidio medico avanzato dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, il tenente colonnello Aleksandr Petrovich Yumanov, responsabile dello staff medico arrivato lo scorso 21 marzo da Mosca, ha spiegato che saranno “8 le brigate che lavoreranno in ogni reparto della struttura comprese la terapia intensiva e sub-intensiva”. Il militare coordina 32 medici, di cui 8 anestesisti, altri 8 virologi infettivologi, altrettanti medici di medicina interna e 8 infermieri anestesisti: “ci siamo preparati al Papa Giovanni e siamo pronti per aiutare i pazienti”. Il tenente colonnello ha aggiunto: “lavoreremo secondo i protocolli di cura adottati dall’Italia. I nostri medici – ha concluso – sono esperti e si sentono a loro agio in quanto le condizioni per operare in questa struttura sono perfette”.

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