Coronavirus, l’emergenza arriva dentro le carceri: in aumento i contagi

In crescita i casi di positività all’interno delle carceri italiane: oltre 170 agenti ed oltre 50 detenuti sono malati.

Aumentano i positivi all’interno delle carceri: secondo gli ultimi dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria sono 178 gli operatori di polizia penitenziaria contagiati (18 ricoverati in ospedale, una ventina in quarantena in caserma e il resto in isolamento a casa propria) e 58 i detenuti. A preoccupare è soprattutto la situazione del penitenziario di Torino, dove è concentrato il  numero più consistente di casi tra i reclusi.
Se nel loro complesso le cifre restano contenute, colpisce
che in due giorni il dato dei detenuti positivi sia cresciuto di
un terzo. Si è passati dai 37 contagiati registrati il 6 aprile
ai 58 di ieri. A far fare un balzo in avanti alla cifra complessiva sono stati i positivi scoperti nel carcere di Torino, dove a causa di un sospetto contagio, sono stati sottoposti a tampone 60 detenuti: a 19 di loro è stata riscontrata la positività, un dato che porta a 23 i contagiati da Covid-19 alle Vallette.

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Secondo il Dap, non vi sarebbero al momento rischi di ulteriori contagi, poiché su indicazione del sanitario dell’istituto, sono state predisposte misure per separare i detenuti in tre gruppi: i positivi, chi ha avuto contatti con loro e che perciò è stato posto in isolamento precauzionale, e i negativi.
Nei giorni scorsi giorni, per altri sette detenuti era scattata la detenzione domiciliare: il magistrato di sorveglianza di Torino aveva ritenuto il loro stato di salute incompatibile con il carcere. E da dietro le sbarre era partito un drammatico appello. “Aiutateci o sarà un lazzaretto”, il messaggio dei reclusi ospiti della ‘palazzina dei semiliberi’,da dove è partito il contagio, che avevano raccontato di vivere in 45 persone in un ambiente di circa 100 metri quadrati suddiviso in piu’ camere e di condividere tutti due soli servizi igienici.
Una situazione che nel suo complesso il ministro della
Giustizia Alfonso Bonafede “sta seguendo da vicino”, assicura una nota di via Arenula: oggi una nuova riunione della task force ministeriale farà il punto anche sulla ricognizione dei
braccialetti elettronici, a cui è subordinata l’applicazione
della detenzione domiciliare ai condannati che hanno un residuo
di pena da scontare fino ai 18 mesi. Si tratta del provvedimento
previsto dal decreto Cura Italia per diminuire il sovraffollamento e il rischio di contagio nelle carceri, ma che in tanti tra gli addetti ai lavori (magistrati di sorveglianza, Consiglio superiore della magistratura, Unione delle Camere penali ,il sindacato dei dirigenti della polizia penitenziaria e le associazioni impegnate nelle carceri), giudicano insufficiente. Sinora sono usciti dal carcere 4mila detenuti , troppo pochi anche secondo il Garante nazionale delle persone private della libertà Mauro Palma, che invoca da tempo interventi “ben più decisi” e che è preoccupato per la situazione del contagio a Torino. Su questa stessa linea si attesta a sorpresa anche l’ex governatore leghista del Piemonte Roberto Cota, mentre i Radicali annunciano per Pasqua la Sesta marcia per l’amnistia, che vista l’emergenza Coronavirus, si terrà dalle frequenze di Radio Radicale.

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