Coronavirus, l’Italia parte con i test sierologici di immunità

Si avvicina l’avvio della campagna nazionale sui test sierologici. Ancora due o tre settimane per la partenza in tutta Italia, con l’obiettivo di arrivare a definire la percentuale di cittadini che ha sviluppato anticorpi al SarsCov2

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Conto alla rovescia per l’avvio dell’attesa campagna nazionale sui test sierologici. Secondo le stime, ancora due o tre settimane per la partenza in tutta Italia, con l’obiettivo di arrivare a definire proprio attraverso i test di immunità la percentuale di cittadini che ha sviluppato anticorpi al SarsCov2. Le Regioni, però, sono in pressing sul ministero della Salute, perchè fornisca linee guida chiare, mentre alcuni governatori, in ordine sparso, stanno di fatto già avviando gli esami sulla popolazione.

La campagna, come già illustrato dal presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli, sarà effettuata a campione sulla popolazione italiana per avere un quadro epidemiologico più chiaro della propagazione del virus. Il campione comprenderà circa 150mila cittadini, divisi per sei fasce di età, genere e profili professionali.

Si potrà così ‘avere il polso’ della pervasività del virus a livello territoriale ma anche in relazione ai diversi settori, definendo un profilo di rischio dei lavoratori in vista della fase 2 di riapertura del Paese a maggio. A stretto giro arriverà quindi la validazione da parte del Comitato tecnico scientifico dei test sierologici che verranno prescelti e che dovranno garantire elevata “sensibilità, specificità e applicabilità” a livello nazionale.

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Toscana, Lazio e Lombardia risultano già particolarmente attive

La Liguria ha chiesto delucidazioni con il governatore Toti, ma in altre regioni i primi passi concreti esistono già. La Toscana ha annunciato oggi un accordo con 61 laboratori privati che permetterà di effettuare test sierologici per 400mila persone, includendo anche i lavoratori dei servizi essenziali. Ed anche il caso del Lazio dove, nei prossimi giorni, partirà una campagna con 300mila test per tutto il personale sanitario, le Rsa e le forze dell’ordine. In Lombardia, invece, saranno effettuati 20mila test sierologici al giorno, dal 21 aprile, cominciando dagli operatori sanitari e dai cittadini che devono tornare al lavoro con particolare riferimento alle province di Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi. La Campania ha invece deciso lo stop ai test sierologici nei laboratori privati accreditati, perchè non potrebbero essere garantite le misure di contenimento. Si attende comunque un parere del Ministero.

Non mancano, infine, le iniziative dei singoli comuni. Robbio, nel pavese, ha proposto ai cittadini un test sierologico di massa su base volontaria, come sta già avvenendo a Cisliano. Nel Milanese, proprio stamani almeno 200 persone si sono messe in fila per aderire all’iniziativa. Si cerca di capire in che modo le regioni e i comuni possono muoversi e avere potere decisionale sull’iniziativa. O se al contrario, con il passare dei giorni, prevarrà una linea comune dettata dal governo nazionale.

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