Perchè una proroga del lockdown dopo il 3 maggio è impensabile

Le città si stanno riempiendo giorno dopo giorno e la resistenza degli italiani sta calando sempre di più. Il lockdown con ogni probabilità terminerà tra due settimane.

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Sta per concludersi il giorno numero 40 di quarantena e di lockdown nel nostro Paese. Un periodo che a ognuno di noi sta sembrando interminabile e che si prolungherà per altre due settimane. La data del 3 maggio è ormai prossima, e nonostante i dati che arrivano dai bollettini quotidiani della Protezione Civile, l’ottimismo sta crescendo di giorno in giorno tra gli italiani. Anche se, più che di ottimismo, sarebbe più il caso di parlare di fine della pazienza per milioni di persone costrette a restare a casa ormai da più di un mese. E allora ecco che viene fuori un assunto ormai indiscutibile: è impensabile valutare una ulteriore proroga del lockdown.

Domenica 3 maggio è un giorno ormai atteso da tutta Italia. La gente non riesce più a stare a casa. Tanto che ormai le città si stanno lentamente riempiendo e stanno vedendo un flusso via via meno lento e più frenetico. Anche se bisogna ammettere che fino a ora gli italiani sono riusciti a mantenere sia la calma che il rispetto delle regole. Il picco di denunce e di sanzioni rese note dal Viminale si sono limitate al lungo weekend di Pasqua e Pasquetta, in cui sono state in ogni caso circa 50mila le persone beccate dalle forze dell’ordine. Ma al di là di questo, la gente non vede l’ora di tornare a vivere in maniera “normale”.

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Giuseppe Conte annuncerà la fine del lockdown tra due settimane? – meteoweek.com

E poco importa se sarà necessario continuare a mantenere le distanze e a indossare i guanti e le mascherine, ammesso che saranno disponibili quelle previste dal Governo. Gli italiani fanno sempre più fatica a restare a casa per osservare le norme previste dal lockdown, con i dpcm emessi dal Governo e resi noti dal presidente Conte che prevedono le stesse restrizioni ormai dal lontano 9 marzo. A questo si aggiunga anche la grande difficoltà nel resistere chiusi in casa, al cospetto di giornate ormai giunte nel pieno della primavera, con temperature sempre più alte, il sole che splende alto e giornate più lunghe dopo l’arrivo dell’ora legale.

Il tutto mentre i dati non sembrano subire grosse novità sul piano dei contagi e dei casi di positività al Coronavirus. Si resta sempre nell’ordine di dati superiori a 3mila persone positive, anche nel bel mezzo di un lockdown che sembra ormai interminabili. Il fatto che gli ospedali siano sempre meno affollati e che il numero di guariti aumenti in maniera costante è senza dubbio positivo. Questi dati vengono presi per quelli che sono, ovvero come indizi verso un miglioramento delle condizioni generali. Ma in ogni caso, ci sono regioni che potrebbero optare addirittura per un anticipo sulla fine del lockdown.

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E potrebbero farlo seguendo la scia di quanto sta accadendo in Veneto, che pur essendo una delle regioni più colpite, ha deciso di ammorbidire il lockdown. Ma sono soprattutto le regioni meridionali quelle che potrebbero cavalcare l’onda (nel vero senso della parola) e valutare misure meno drastiche a partire da fine aprile. In fondo, regioni come la Sicilia in cui si registrano non più di 40 casi giornalieri ormai da diverse settimane, o la Calabria in cui oggi i casi sono addirittura calati di 19 unità rispetto a ieri, potrebbero anche allentare un po’ la presa.

La cosa certa, a prescindere dai singoli casi, appare una sola. È impensabile una ulteriore proroga del lockdown, il 4 maggio potrebbe essere il giorno del “liberi tutti”. O quasi.

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