Riapertura anticipata al 27 aprile per le attività in regola con i protocolli di sicurezza

Il governo, dopo il vertice con la task force guidata da Colao per la Fase 2, ha deciso che dal 4 maggio 2,8 milioni di italiani torneranno a lavoro.

Coronavirus, Fase 2- dal 4 maggio 2,8 milioni di italiani tornano a lavoro (Getty) - meteoweek.com
Coronavirus, Fase 2- dal 4 maggio 2,8 milioni di italiani tornano a lavoro (Getty) – meteoweek.com

Il governo ha deciso in queste ore, dopo la videoconferenza con la task force guidata da Vittorio Colao, commissario straordinario scelto dal premier Conte, il prossimo step della Fase 2, che prevede la mobilitazione di 2,7 – 2,8 milioni di italiani, che potranno rientrare a lavoro. Questo numero di lavoratori si va ad aggiungere a coloro che hanno continuato a lavorare durante la fase di lockdown nelle filiere e nelle attività considerate essenziali per far fronte all’emergenza Coronavirus. In realtà la cifra dei lavoratori è molto più ampia, dato che molti continueranno a lavorare da casa, uniti agli over 65 e ad altre categorie di lavoratori in difficoltà che resteranno in regime di protezione.

Il commissario Vittorio Colao ha inviato al presidente del Consiglio dei Ministri un documento di cinque pagine, nel quale sono evidenziati i requisiti minimi necessari per far ripartire l’Italia. Tra di essi, di primaria importanza è di certo la stesura di un protocollo per i trasporti pubblici, che vengono utilizzati da circa il 15% dei lavoratori dei settori manifatturieri ed edili. Un’altra urgenza riguarda il protocollo di sicurezza firmato dai sindacati il 14 marzo, che dovrebbe assolutamente essere aggiornato. E infine il governo deve prevedere di mettere a disposizione i dispositivi di protezione individuale, ben più utili dell’app sul tracciamento dei contagiati. Riguardo alle mascherine, il commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri, ha dichiarato che al momento vengono consegnate circa 4 milioni di dispositivi al giorno, ma ne servirebbero almeno 7 milioni.

Rispetto alla riapertura, il commissario Vittorio Colao ha dichiarato: “chi ha tutto può partire subito, già dal 27 aprile”, ma al momento non è ben chiaro a cosa si riferisca, se agli spazi di lavoro o ai dispositivi di protezione, se ai turni necessari per garantire il distanziamento sociale o ai trasporti, tutti elementi su cui il Consiglio dei Ministri dovrà dare indicazioni certe e precise. Un altro elemento di discussione riguarda nello specifico le mascherine e se sia necessario stabilire un prezzo politico o calmierato.

Nel pomeriggio, dopo le ipotesi paventate da Colao rispetto alle date del 27 aprile e del 4 maggio, il governo incontrerà e si confronterà con le parti sociali, per raccogliere diverse sollecitazioni sui singoli settori produttivi, tra i quali produttori di macchine industriali e agricole che potrebbero essere autorizzati a riprendere le attività prima di altri settori.

Il vertice Conte-Colao è stato annunciato dal ministro delle Infrastrutture e i Trasporti Paola De Micheli, che è intervenuta alla trasmissione “Circo Massimo” su Radio Capital e ha dichiarato: “oggi il Governo fa “le valutazioni complessive” per decidere se la graduale riapertura delle attività partirà dal 4 maggio, spiegando che si tratterà di “una valutazione collegiale approfondita sia sulla base delle questioni sanitarie sia sulle modalità con le quali gli italiani hanno voglia di tornare al lavoro“. Il ministro De Micheli ha, poi, concluso la sua intervista parlando degli aiuti economici da parte della Unione Europea: “senza condizionalità, prenderei i 37 miliardi del Mes. Ieri tutti i gruppi, a parte credo la Lega, hanno ricordato che senza condizionalità quei soldi dobbiamo prenderli“.

Impostazioni privacy