Coronavirus, Conte soddisfatto: l’Europa dice sì al Recovery Fund

I 27 hanno affidato alla Commissione europea il mandato di presentare una proposta dettagliata sul Recovery Fund entro il 6 maggio. Conte: “Grandi progressi, impensabili fino a poche settimane fa”.

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(Foto di Leon Neal, da Getty Images)

Nonostante le frenate, i 27 hanno concordato: alla Commissione europea verrà affidato il compito di trovare linee più dettagliate per il Recovery Fund, il fondo per l’emergenza coronavirus. Si tratta di un fondo comune finanziato con titoli europei per aiutare i Paesi colpiti dal coronavirus. E’ quanto raggiunto al termine del quarto vertice europeo. Il piano per il Recovery Fund farà parte di un pacchetto che contiene provvedimenti per la ripresa economica post emergenza coronavirus e il bilancio pluriennale dell’Unione Europea per il 2021-2027. L’esecutivo di Ursula von de Leyen dovrà mettere sul tavolo un piano che, secondo alcune fonti, attraverso l’utilizzo di diversi strumenti raggiungerà i 2.000 miliardi di investimenti. Saranno ora oggetto di discussione: finalità, caratteriste e dimensioni del fondo.

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A questo punto le opinioni si scindono. L’Italia è la più decisa a premere sull’urgenza e l’importanza del Recovery Fund. Tant’è che il premier Conte ha commentato le ultime evoluzioni affermando che si tratta di “grandi progressi”. Secondo il presidente del Consiglio, la dotazione del Recovery Fund dovrebbe essere di 1.500 miliardi. Poi il premier italiano rincara la dose: il fondo dovrebbe fornire agli stati non solo prestiti ma anche finanziamenti a fondo perduto. “Tutti e 27 i Paesi Ue hanno accettato, anzi abbiamo accettato, di introdurre uno strumento innovativo, il Recovery Fund, un fondo comune finanziato con titoli europei che andrà a finanziare tutti i Paesi più colpiti, come l’Italia, ma non solo l’Italia. È passato anche il principio che è uno strumento urgente e necessario. L’Italia è in prima fila a chiederlo”, ha detto ancora Conte.

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(Foto di Jonathan Nakstrand, da Getty Images)

Il presidente Macron si dice invece più realista: consapevole dei grandi passi in avanti, sottolinea che “ci sono disaccordi che restano sui meccanismi. Servono trasferimenti di risorse verso i Paesi Ue più colpiti da questa crisi, non dei prestiti”. Nonostante il minore ottimismo, il fronte sembra essere quello comune a Italia e Spagna. Ancora una volta, il sud chiede che il fondo finanzi non dei prestiti agli Stati ma dei trasferimenti a fondo perduto. Persiste però il blocco del nord (Olanda, Germania, Austria e Svezia). A bilanciare questi due fronti, Ursula von der Leyen che assicura: “Si cercherà un “equilibrio”.

Persistono i dubbi sulla portata finanziaria del Recovery Fund per affrontare l’emergenza coronavirus. Ma la presidente della Commissione europea rassicura anche su questo punto: saranno “migliaia di miliardi e non di miliardi“. Dubbi anche sulle tempistiche e sulla durata del fondo. Per questo è prevista la convocazione di un Eurogruppo nelle prossime due settimane. I ministri delle finanze cercheranno di trovare la quadra. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, intanto, espone una posizione molto simile a quella di Macron: “Ci sono sensibilità diverse ma sono ottimista. Dimostreremo ai cittadini italiani che l’Europa c’è”.

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