Migranti, il Tar conferma: i porti italiani luoghi non sicuri

A seguito dell’emergenza Coronavirus, lo scorso 7 aprile, i porti italiani sono stati dichiarati luoghi non sicuri, ai fini dello sbarco. Il Tar ha confermato la disposizione respingendo la richiesta da parte dell’Associazione Arci.

(Photo Getty Images)

Il presidente della terza sezione del Tar del Lazio, ha deciso con un decreto monocratico di respingere la richiesta cautelare urgente depositata dall’Associazione Arci per lo sbarco dei migranti lungo le coste italiane.

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Ricordiamo che lo scorso 8 aprile l’Italia ha chiuso i porti alle navi delle ong a causa dell’emergenza Covid-19. Il decreto ha stabilito che i porti italiani: “non assicurano i necessari requisiti per la classificazione e definizione di ‘Place of safety’ (‘luogo sicuro’) in virtù di quanto previsto dalla convenzione di Amburgo sul salvataggio marittimo per i soccorsi effettuati da navi con bandiera straniera al di fuori dell’area sar italiana”. Il decreto è stato firmato da 4 ministri- Trasporti, Esteri, Interni e Salute – e intende evitare l’arrivo di navi di soccorso straniere con i migranti. La disposizione è valida per “l’intero periodo dell’emergenza”.

L’Associazione Arci, nei giorni scorsi, aveva depositato una richiesta urgente per opporsi al decreto. Il Tar del Lazio, il giudice ha respinto la richiesta affermando che è ancora attuale la situazione di emergenza da Covid-19 con conseguente impossibilità di fornire un ‘luogo sicuro’.

Il giudice ha inoltre sottolineato che rimane l’obbligo di garantire assistenza alle persone eventualmente soccorse in mare, assicurando l’assenza di minaccia per le loro vite e il soddisfacimento delle necessitò primarie e l’accesso ai servizi fondamentali sotto il profilo sanitario. L’udienza per la trattazione collegiale del ricorso in camera di consiglio è fissata per il prossimo 20 maggio.

 

 

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