Coronavirus, l’apertura di Di Maio: sul Mes si può trattare

Coronavirus, Di Maio apre al Mes e afferma: sul Mes si può trattare. Poi sottolinea: “Questa è la partita della vita per noi. E’ appena iniziata”.

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(Foto di Tiziana Fabi, da Getty Images)

Coronavirus, Di Maio, dopo i duro veto sul Mes, ammorbidisce le proprie posizioni e apre al Fondo. L’apertura è dovuta al fatto che “questa è la partita della vita per noi. E non è ancora finita. Anzi è appena iniziata”. Innanzitutto la difesa dell’operato del premier: “Colao è un grande manager, ma come per Draghi, il suo nome viene usato per buttare giù Conte”. E’ quanto affermato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un’intervista a La Stampa.

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Innanzitutto Di Maio ha chiarito il perché, secondo il ministro, l’Europa dovrebbe fornirci soldi a fondo perduto. Sulle motivazioni, Di Maio afferma: “Un finanziamento a fondo perduto non significa soldi regalati. Significa entrare in un circuito in cui le risorse finanziarie della Commissione vanno comunque restituite. Francia, Spagna e Portogallo sono sulla stessa posizione. Stiamo solo chiedendo una forma concreta di solidarietà”. Per quanto riguarda le misure economiche adottate dalla Commissione europea per fronteggiare l’emergenza coronavirus, Conte si è detto entusiasta sul Recovery Fund, ora è necessario organizzarlo in maniera adeguata. Di Maio commenta allora la posizione del premier, e focalizza l’attenzione sull’urgenza della misura: “Conte ha ragione. Oggi gli aspetti fondamentali sono due: la quantità di soldi e i tempi dello stanziamento. Soprattutto i tempi, che devono essere certi. L’Italia non può aspettare. Così come non dobbiamo fare l’errore di pensare che siamo usciti dall’emergenza coronavirus, non dobbiamo pensare di aver già vinto in Europa”.

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(Foto di Franco Origlia, da Getty Images)

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Insomma, l’Italia ha vinto una prima battaglia in Europa ma la strada è ancora lunga, non bisogna abbassare la guardia e ora bisogna spingere sulla quantità di soldi stampati e sulle tempistiche. E, Di Maio sottolinea, è necessario restare uniti e fidarsi del premier, anche perché non è il momento delle contese. A proposito di Colao in qualità di “superministro” o consulente, Di Maio: “Colao è un grande manager e un grande professionista, sta supportando il governo nella fase 2, quella più complicata”. Ma non è lecito usare il suo nome per attaccare Conte. “Dopo Draghi ora si inizia con Colao, quale sarà il terzo nome che verrà usato solo per buttare giù Conte? In quale altro Paese del mondo colpito dalla pandemia il dibattito mediatico si sta concentrando sulla possibilità di un n uovo governo?”.

Poi le morti nelle Rsa. Erano evitabili? “Probabilmente sì, anzi sì sarebbe dovuto evitare, ma non lo dico per fare polemica, non voglio. Ci sono delle indagini in corso e stabilirà tutto la magistratura. Ma vedere morire così i nostri nonni, spesso persone fragili, fa davvero male”. A proposito delle nuove regole per la fase 2 dell’emergenza coronavirus Di Maio osserva: “Mio padre ha 70 anni, mia madre 65. Il 4 maggio li inviterò a seguire le regole che stabilirà il governo”.

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Infine, un pensiero sulla ricorrenza del 25 aprile: “Oggi è festa nazionale, festa di tutto il Paese e dovremo saper raccogliere l’impegno, lo spirito e il sacrificio che furono dei nostri nonni. Perché quella che abbiamo di fronte, anche se non è una guerra ne ha le sembianze. E provoca gli stessi effetti”.

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