Agrigento, scarcerati coniugi per scadenza termini: sequestrarono nipote disabile

I coniugi di Naro (Agrigento) arrestati il 25 ottobre con l’accusa di avere segregato in casa la nipote disabile sono stati scarcerati per la scadenza dei termini di custodia cautelare.

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(Foto di Guillermo Arias, da Getty Images)

Il Gip del tribunale di Agrigento ha emesso il provvedimento: scarcerati i coniugi di Naro, accusati di aver segregato in casa il nipote disabile e arrestati il 25 ottobre. Il nipote 33enne era segregato in casa, addirittura costretto a letto con una catena alla caviglia. Dei due è stata emessa la scarcerazione. Il motivo è la scadenza dei termini di custodia cautelare. I due coniugi erano non solo zii del 33enne, ma anche suoi tutori. Sono stati difesi dagli avvocati Teresa Alba Raguccia e Mauro Tirnetta.

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La difesa dei due in un primo momento non aveva retto: i coniugi erano stati arrestati il 25 ottobre con l’accusa di maltrattamento e sequestro di persona. Ora però il tribunale del riesame ha optato per i domiciliari attraverso l’applicazione del braccialetto elettronico. In sostanza la decisione è dovuta a problemi di tempistiche: sono scaduti i termini di custodia cautelare perché le indagini preliminari non sono ancora giunte a completamento. Da qui la disposizione dell’obbligo di dimora a Pavullo del Frignano (Modena). Erano stati i coniugi stessi a chiedere di trascorrere i domiciliari lì, nell’abitazione di alcuni familiari.

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Tuttavia nel frattempo si rinsaldano le accuse ai danni dei coniugi.  Il pubblico ministero Gloria Andreoli, nei giorni scorsi, li ha iscritti nel registro degli indagati con ulteriori accuse. A quelle precedenti si aggiungono anche l’accusa di peculato, falso e circonvenzione di persone incapaci. Oltre a questo, la richiesta al giudice: sentire il disabile nelle forme dell’incidente probatorio. L’indagine è stata coordinata dal procuratore Luigi
Patronaggio. Stando agli ultimi sviluppi i due tutori si sarebbero appropriati di circa 65 mila euro del trentenne disabile trasferendoli sul loro conto e destinandoli “a spese personali”. Da qui le nuove accuse di peculato e circonvenzione di persone incapaci. Una manovra coperta dai due coniugi attraverso la falsificazione di rendiconti che devono essere presentati al giudice tutelare.

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