Coronavirus: il Giappone e l’estensione dello stato di emergenza

Il Governo giapponese sta valutando un’estensione di un mese dello “stato di emergenza” a causa dei contagi da coronavirus.

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L’uscita dal lockdown era prevista per il 6 maggio ma il premier Shinzo Abe ha detto che occorrerà decidere in base al numero dei contagi, aggiungendo che al momento le prospettive non sono incoraggianti. I contagi in Giappone sfiorano quota 14mila, con 447 morti. Il lockdown potrebbe essere prolungato di un mese. In una video conferenza i governatori delle diverse prefetture giapponesi hanno esortato l’esecutivo a prolungare le attuali misure per via del pericolo di una diffusione più estesa, in linea con la maggiore libertà di movimento dei cittadini. Hanno paura che i contagi possano risalire mettendo in ginocchio il Paese.

Fonti citate dall’emittente pubblica Nhk hanno anticipato che la commissione di esperti interpellata dal governo ha già formulato una decisione a favore del prolungamento dello stato di emergenza ma che l’annuncio non è ancora stato reso pubblico per non scoraggiare la popolazione in un momento così delicato.

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La decisione potrebbe essere già stata presa – meteoweek

Intanto nella vicina Corea del Sud si è arrivati una condizione di zero contagi per la prima volta dal 15 febbraio. Le infezioni totali sono salite a 10.765, secondo gli ultimi dati del Korea Centers for Disease Control and Prevention, con i decessi aumentati di una sola unità, a 247, per un tasso di mortalità al 2,29%. Sono 9.059 le persone curate e dimesse dagli ospedali, 137 in più rispetto a martedì. Nel complesso, il tasso di guarigione è salito all’84,15%. C’è grande apprensione per lo stato del nord dove non è ancora stata chiarita la situazione di reggenza. Secondo alcuni, infatti, il dittatore a capo del governo Kim Jong Un sarebbe morto a seguito di un’operazione al cuore (per altri sarebbe finito in stato vegetativo) e a prendere il suo posto potrebbe essere o la sorella o il fratello del padre che però sarebbe fuori dal Paese ormai da più di dieci anni. Il governo al momento ha smentito la notizia ma il leader non si è ancora mostrato pubblicamente, l’America ha detto di conoscere la verità ma di non poterla divulgare. Nel caos del coronavirus non è ancora chiaro cosa accadrà.

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