Coronavirus, il giornalista Munchau: “Italia, attenzione all’UE!”

Il giornalista economico Wolfang Munchau, in un’intervista pubblicata su “La Verità”, analizza la risposta dell’Unione Europea all’emergenza coronavirus. E, indirettamente, lancia un monito all’Italia.

Wolfgang Munchau, fondatore e direttore di Eurointelligence.com, scrive per il Financial Times. In una intervista pubblicata su La Verità analizza la reazione dell’Unione Europea all’emergenza sociale ed economica innescata dal Covid 19, evidenziando una serie incongruenze che portano ad inevitabili perplessità. Parla anche di Italia, ed indirettamente lancia un ammonimento poco augurante. Ma la sua è una critica globale a tutta la strategia messa in campo da Bruxelles: «In base agli accordi raggiunti al Consiglio europeo, la palla è passata alla Commissione che deve formulare una proposta, ma la Commissione sta lavorando su un programma e un’ipotesi che sono ancora a uno stadio molto iniziale, e forse non lo sta nemmeno facendo nel modo più appropriato» inizia a spiegare il giornalista. «Non si sa quanto denaro ci sarà, in quanto tempo e a partire da quando, come saranno raccolte le risorse… Conosciamo tutti la discussione che già c’è sul bilancio europeo. Immaginiamo quando si tratterà di introdurre una somma enorme nell’arco di 3-4 anni, una cosa senza precedenti». Munchau passa poi ad analizzare le enormi differenze che intercorrono tra nord e sud Europa:  «Nel Nord Europa, penso alla Germania, all’Olanda, alla Finlandia, c’è poca consapevolezza degli effetti dello stato di cose presente nel Sud Europa: molti pensano che non sia un problema, o comunque non comprendono la situazione. L’Olanda ha parlato di una sorta di piccolo dono da fare. Ma una condivisione del rischio, un’azione comune sarebbe tutta un’altra cosa». Una fotografia della situazione assolutamente realistica, che riporta la mente alla posizione polemica proprio dell’Olanda di qualche settimana fa.

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Il giornalista del Financial Times Wolfgang Munchau

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Uno degli strumenti di intervento dell’Europa in questa situazione è il Recovery Fund. Almeno se ne parla in questo senso: ma Munchau, anche qui, mostra serie perplessità: «Io temo che alcuni puntino ancora a un titolo, a un comunicato stampa, a un annuncio» spiega. «Ma molti cittadini sono invece disperatamente bisognosi di qualcosa di reale. Le istituzioni europee devono stare attente: è una crisi vera, non una crisi politica per cui bastano parole». Bocciatura su tutti i fronti, almeno per ora. E neppure la posizione della Francia – “schierata” con Italia e Spagna contro la sua storica alleata alleata in seno all’Unione Europea, la Germania – sembra far cambiare idea al giornalista tedesco, che è convinto che alla fine Macron sceglierà, forse a malincuore, di allinearsi con la Germania: «Adesso Macron vorrebbe altro, rispetto al pacchetto di cui si sta discutendo. Vorrebbe gli eurobond. Ma, se non ci riuscirà, non rischierà certo di rompere con la Germania, non se lo può permettere» spiega il corrispondente del Financial Times.  Ma l’analisi più sferzante arriva quando il discorso arriva a focalizzarsi sull’ Italia: «Da almeno 10 anni» afferma Munchau «l’Italia ha detto di si in sede europea a norme e accordi che o non sono nel suo interesse, o a cui ha contribuito senza beneficiarne direttamente. Mi pare che qui si possa ripetere una situazione dello stesso tipo». Anche perchè Angela Merkel, e quindi la Germania, sembra ritenere il Fondo Salva Stati il meccanismo migliore e, sempre secondo Munchau, vuole che l’Italia aderisca. Inevitabile un passaggio sul MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità: «Non è lo strumento giusto. E il problema, a mio avviso, non è tanto il tema delle condizioni. Il pericolo maggiore è che complessivamente l’Ue decida di tornare a un certo punto al patto di stabilità, ai target e ai parametri di Maastricht. Sarebbe folle. Questo sarebbe un pericolo molto più grande del Mes, che peraltro è un fondo complessivamente troppo piccolo per far fronte a una vera crisi». Insomma, per l’esperto di economia del Financial Times l’Unione Europea è lontana dall’obiettivo di gestire in modo equo ed omogeneo la crisi, e l’Italia rischia di pagarne il conto più di altri.

 

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