Sanità pubblica in Lazio: grandi elogi ma il 51% dei posti è gestito da privati

Sono in tanti a elogiare la sanità pubblica nella Regione Lazio, ma il 51% dei posti letto è gestito da privati. Viene svelato così un grave squilibrio.

Sanità pubblica in Lazio- grandi elogi ma il 51% dei posti è gestito da privati (Getty) - meteoweek.com
Sanità pubblica in Lazio- grandi elogi ma il 51% dei posti è gestito da privati (Getty) – meteoweek.com

L’emergenza sanitaria causata dall’epidemia di Coronavirus ha messo in risalto gli effetti dei tagli alla sanità pubblica perpetrati per anni, svelando un grave squilibrio nella gestione pubblico-privata in diverse strutture residenziali o semi residenziali, nelle quali si sono verificati centinaia di contagi e di decessi. La Regione Lazio è seconda, dopo la Lombardia, per la gestione privata di strutture ospedaliere, specializzate soprattutto nella conduzione di Rsa, settore altamente remunerativo. Durante l’emergenza, però, il settore pubblico si è dimostrato fondamentale, visto che ha gestito oltre il 90% degli ingressi al pronto soccorso. E al tempo stesso la gestione privata ha mostrato tutti i suoi limiti: basti pensare che su 8mila casi di contagio da Covid-19 accertati dal 1 aprile, circa il 49% dei positivi ha contratto il virus in rsa, residenze sanitarie assistenziali private.

Per riorganizzare la rete ospedaliera pubblica, lo Stato ha accorpato negli anni strutture e funzioni, decretando la chiusura di alcuni ospedali o trasformandoli in strutture private, con l’obiettivo di bilanciare i tagli al settore pubblico e di potenziare i servizi territoriali. Dal 2010 al 2017 in Italia sono stati eliminati 31.717 posti letto, dei quali la maggior parte nel settore pubblico con un -16.2% rispetto al -6.3% del settore privato accreditato. Tra il 2014 e il 2016 l’Istat ha registrato un aumento dei posti letto, circa 10.000, ma sono quasi tutti appartenenti a strutture private. Anche per quanto riguarda il personale medico, c’è stata una diminuzione del 9.5% nel pubblico e un aumento del 15% nel privato. I medici di famiglia, fondamentali per l’assistenza territoriale, sono diminuiti del 4%. In una recente indagine sulla sanità pubblica italiana è stato scritto: “il calo dei medici operanti negli ospedali pubblici vede la sua genesi nel mancato fisiologico ricambio generazionale, nella pessima programmazione nazionale, in un decennio di blocco del turn-over, in investimenti insufficienti nei contratti di formazione specialistica mai tarati sulle effettive esigenze“. Dall’analisi emerge chiaramente che i tagli alla sanità hanno favorito e aumentato lo squilibrio tra le strutture private convenzionate e le strutture pubbliche.

Il 20% della spesa sanitaria statale viene, infatti, destinato per le prestazioni erogate dalle strutture private accreditate, che al momento hanno il 31% dei posti letto dell’intera assistenza ospedaliera, buona parte dei quali sarebbero concentrati nell case di cura private accreditate. Più del 25% dei ricoveri avviene nel settore privato convenzionato.

Per quanto riguarda il Lazio, tra il 2001 e il 2014 sono andati persi circa il 30% dei posti letto, sia in strutture della sanità pubblica che in strutture gestite da privati, passando dai 31.163 posti ai 22.033 di oggi. Questo è accaduto a dispetto del grande aumento di anziani nella popolazione e tale perdita non è stata compensata da una crescita proporzionale di servizi paralleli o dall’aumento di posti nelle case di cura private, come scritto nel rapporto di Uil Roma e Lazio ed Eures nel 2016. Il Lazio è, infatti, secondo dopo la Lombardia per il peso del settore privato: quasi il 25% della spesa regionale è erogato a favore di privati convenzionati e più della metà dei posti letto nella regione appartengono a strutture private accreditate. Nel rapporto Oasi 2019, per quanto riguarda i ricoveri “il Lazio è l’unica regione in cui il peso del privato accreditato è equivalente a quello pubblico, 51% di ricoveri ospedalieri“. Per quanto riguarda i casi più gravi, i ricoveri in Italia sono gestiti per il 76% dal pubblico, mentre nel Lazio il 49% è gestito da privati. Ciò significa che il settore pubblico è essenziale per la gestione delle urgenze. Infatti l’85% dei posti nei reparti di terapia intensiva vengono gestiti dal pubblico, ma nel Lazio tali posti, circa il 36%, appartiene invece ai privati, che restano però specializzati nella gestione della attività più remunerative e per i casi di ricovero meno urgenti. Se in Italia i ricoveri meno gravi, anche detti post-acuti, sono gestiti da privati accreditati per il 43% dei casi di lunga degenza e per il 76% per riabilitazione, nel Lazio tale percentuale raggiunge il 92%.

Secondo il rapporto Oasi 2019 l’attività territoriale è gestita in maggioranza da privati che “hanno trovato spazi di sviluppo imprenditoriale sempre più ampi a fronte di una rete di offerta pubblica poco sviluppata“. In 20 anni il loro sviluppo è passato dal 39% al 57.3% e a livello nazionale i privati gestiscono l’82% delle rsa e il 68.6% delle strutture semiresidenziali, il che evidenzia che in molte regioni le strutture private accreditate sono l’unico punto di riferimento per degenze e terapie riabilitative.

 

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