Coronavirus, Lombardia: attacchi di panico da riapertura

Nelle ultime settimane sono diminuiti i contagi da covid19 in Lombardia ma sono aumentati i ricoveri per patologie legate all’ansia.

Coronavirus, Lombardia: attacchi di panico da riapertura – meteoweek

Si abbassano i contagi da coronavirus ma crescono i ricoveri e per patologie non legate alla pandemia ma all’ansia. Crisi d’ansia e attacchi di panico legati al virus e alla ‘Fase 2’. Lo rivela in un’intervista all’Adnkronos l’assessore al Lavoro e all’Istruzione della Regione Lombardia, Melania Rizzoli, medico chirurgo, impegnata da tempo nella divulgazione scientifica e informata direttamente sui fatti. Cosa succede dunque nel milanese? Perché così tanti attacchi di panico? La Rizzoli ha detto: “Oggi sono segnalati molti accessi in ospedale per le crisi di panico: gente che arriva in affanno, senza respiro. Hanno paura di aver preso il coronavirus“. Dopo la quarantena e l’isolamento forzato, “nelle persone più vulnerabili si sta generando una forma di ansia per la riapertura, per il contatto, per il ritorno a una vita normale e la paura di essere infettati“.

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L’emergenza legata agli attacchi di panico potrebbe durare ancora a lungo – meteoweek

Questo insorgere di disturbi psichiatrici potrebbero anche durare a lungo, a causa del fatto che la quarantena è stata lunga e spesso vissuta come una costrizione più che come un provvedimento di protezione, e adesso chi vive l’improvvisa libertà non è preparato psicologicamente ad essa. Per l’assessore comunque “non siamo ancora fuori dall’emergenza” e bisogna usare “cautela” anche sul presunto depotenziamento del virus. “Non sappiamo ancora niente dell’immunità, e molto poco di questo virus, che è aggressivo e invade più organi, non solo l’apparato respiratorio. La percezione che ho sentito, e cioè che il virus si stia depotenziando, è errata”. Vero è che c’è grande apprensione per la situazione nella grandi città dove, dall’avvio della fase 2 le persone circolano libere nei centri di aggregazione senza indossare le necessarie protezioni (mascherine e guanti). La paura è che nei prossimi giorni i contagi possano tornare a moltiplicarsi e portare ad un sostanziale ritorno verso il lockdown. La protezione civile avrebbe invitato alla massima prudenza ma, a quanto pare, questo non sarebbe ancora abbastanza.

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