Coronavirus, triplicati gli infarti nella popolazione

La mortalità per infarto è triplicata passando dal 4.1% al 13.7% a causa della mancanza di cure per i pazienti affetti da patologie cardiache.

Coronavirus, triplicati gli infarti nella popolazione – meteoweek

C’è grande ansia per chi soffre di patologie cardiache già diagnosticate: dall’inizio della pandemia la mortalità nella popolazione italiana è triplicata perché la gente tende sempre di più ad evitare gli ospedali. L’allarme è stato lanciato da uno studio del Centro Cardiologico Monzino di Milano che conferma integralmente altri dati internazionali, come sottolineano gli autori Giancarlo Marenzi, Responsabile della Unità di Terapia Intensiva Cardiologica, Antonio Bartorelli, Responsabile della Cardiologia Interventistica, e Nicola Cosentino dello staff dell’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica: «Dall’ inizio dell’epidemia – commenta Marenzi – i pazienti arrivano in ospedale in condizioni sempre più gravi, spesso già con complicanze aritmiche o funzionali, che rendono molto meno efficaci le terapie che da molti anni hanno dimostrato di essere salvavita nell’infarto come l’angioplastica coronarica primaria. Il virus spinge la gente a rimandare l’accesso all’ospedale per paura del contagio. Purtroppo però questo ritardo è deleterio, e spesso fatale, perché impedisce trattamenti tempestivi e nell’infarto il fattore tempo è cruciale».

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Uno studio del Centro Cardiologico Monzino di Milano conferma i dati internazionali – meteoweek

Nonostante la pandemia Covid 19 si sia concentrata nel Nord
Italia, la riduzione dei ricoveri per infarto è stata registrata
in modo omogeneo in tutto il Paese: Nord e Sud 52,1% e 59,3% al
Centro. Una riduzione che in molti casi ha portato alla morte.
Una riduzione simile a quella dei ricoveri per infarto è stata
registrata anche per lo scompenso cardiaco, con un calo del 47%
nel periodo Covid rispetto al precedente anno. La riduzione dei
ricoveri per scompenso cardiaco è stata simile tra gli uomini e
le donne. Una riduzione sostanziale dei ricoveri è stata
osservata anche per la fibrillazione atriale con una diminuzione
di oltre il 53 % rispetto alla settimana equivalente del 2019,
così come è stata registrata una riduzione del 29,4% di ricoveri
per malfunzione di pace-makers, defibrillatori impiantabili e
per embolia polmonare. a New York dal 30 marzo al 5 aprile di quest’anno sono state registrate 1.990 chiamate d’urgenza per arresto cardiaco, un numero 4 volte più alto rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e, soprattutto, associato a un tasso di mortalità 8 volte superiore. Bisognerà trovare al più presto una soluzione per questa incredibile ecatombe.

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