Consiglio dei ministri: misure più stringenti sulle scarcerazioni

A Palazzo Chigi è stata approvata la riforma per rivedere la situazione dei boss scarcerati e quelli in attesa. Nel Consiglio dei Ministri c’è stato spazio anche per l’impugnamento di alcune ordinanze regionali.

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Quella appena trascorsa è stata una serata importante per il Governo, che prosegue la sua gestione dell’emergenza Coronavirus. E nel consiglio dei ministri svoltosi ieri a Palazzo Chigi sono state prese alcune decisioni importanti. In primis per quel che riguarda la tanto discussa gestione delle numerose scarcerazioni di boss, alcuni dei quali sottoposti anche al regime di 41 bis. È stata approvata la riforma che prevede una stretta su queste scarcerazioni. Verranno introdotte misure urgenti in materia di detenzione domiciliare o differimento dell’esecuzione della pena, nonché in materia di sostituzione della custodia cautelare in carcere con la misura degli arresti domiciliari.

La riforma prevede che, nel caso di concessione di arresti domiciliari per motivi di salute legati all’emergenza Coronavirus, il magistrato di sorveglianza o il tribunale di sorveglianza che ha adottato il provvedimento, dopo aver acquisito il parere del Dap, valuta la permanenza dei motivi legati all’emergenza sanitaria entro il termine di quindici giorni dall’adozione del provvedimento e, successivamente, con cadenza mensile. Novità anche per quanto riguarda i colloqui con i congiunti o con altre persone che i detenuti hanno diritto a vedere. Il decreto modifica il regime relativo al beneficio della detenzione domiciliare per gli imputati in custodia cautelare e per i condannati.

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Bonafede pone un freno alle scarcerazioni – meteoweek.com

Questa valutazione può avere anche forma immediata, nel caso in cui il Dap comunichi la disponibilità di strutture penitenziarie o di reparti di medicina protetta adeguati alle condizioni di salute del detenuto o dell’internato ammesso alla detenzione domiciliare o ad usufruire del differimento della pena. Per quanto riguarda la revoca del beneficio, l’autorità giudiziaria dovrà prima sentire il Presidente della Giunta della Regione di competenza per ricevere informazioni sulla situazione sanitaria locale. In seguitò dovrà acquisire dal Dap informazioni sull’eventuale disponibilità di strutture penitenziarie in cui il condannato possa riprendere la detenzione senza pregiudizio per le sue condizioni di salute.

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Questa norma verrà applicata anche ai provvedimenti già adottati. Ma il Consiglio dei Ministri ha stabilito anche altri aspetti. Come la nomina di Bernardo Petralia a capo del Dap, ma anche l’impugnamento di tre ordinanze regionali, che prevedevano una riduzione delle restrizioni stabilite dal dpcm relativo alla Fase 2. In particolare, il Consiglio dei ministri ha impugnato la tanto discussa ordinanza che ha portato alla riapertura graduale ma totale in breve tempo, della provincia di Bolzano. Di contro il Governo ha deciso di non impugnare le leggi fatte approvare in queste ultime ore in Friuli Venezia Giulia, Marche e Sicilia.

Il Consiglio ha adottato anche misure urgenti in relazione alla realizzazione di una indagine di sieroprevalenza sul Covid-19. È stato approvato un decreto che prevede l’autorizzazione al trattamento dei dati personali, relativi alla salute e al corredo genetico, nell’ambito di un’indagine di sieroprevalenza. Questa indagine verrà condotta congiuntamente dai competenti uffici del Ministero della salute e dall’Istat.

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