Vittorio Feltri su Silvia Romano: se stava bene dove stava allora perché l’abbiamo liberata?

Vittorio Feltri su Libero Quotidiano commenta il rientro di Silvia Romano, liberata e rimpatriata dopo 18 mesi di prigionia. Feltri si unisce alle voci critiche riguardo le prime dichiarazioni della ragazza.

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(Foto di Fabio Frustaci, da Getty Images)

La liberazione di Silvia Romano è al centro del dibattito mediatico e politico degli ultimi giorni, per due ragioni fondamentali: la prima riguarda la presenza o meno di un riscatto pagato dallo Stato italiano per consentire la liberazione della giovane; la seconda motivazione riguarda alcune dichiarazioni della ragazza che, appena rientrata, avrebbe affermato di essersi convertita all’islam e di esser stata trattata bene dai carcerieri. Proprio oggi alla Camera il deputato della Lega Alessandro Pagano ha definito Silvia Romano, “neo-terrorista“. L’argomentazione sarebbe stata questa: al funerale di un poliziotto deceduto per Covid-19 nessun rappresentante delle istituzioni era presente, mentre “quando è tornata una neo-terrorista, perché questo è Al Shabaab, sono andati ad accoglierla“. L’esternazione ha causato una bagarre in aula, e il deputato è stato ripreso dalla vicepresidente, Mara Carfagna. La reazione di altri deputati alle esternazioni di Pagano è stata immediata. Emanuele Fiano (Pd) le ha considerate parole “inaccettabili per diffamare e calunniare una persona in termini di codice penale, una persona che è stata 18 mesi prigioniera dei terroristi“. Si unisce un altro deputato Pd, Filippo Sensi, che su Twitter definisce vomitevoli le parole di Pagano. Insorge anche Enrico Borghi che afferma: È un’italiana! Non una neo-terrorista. L’onorevole Alessandro Pagano ha il dovere di chiedere scusa a Silvia Romano”.

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A quanto pare il confronto tra il funerale discreto di un poliziotto e il rientro acclamato di Silvia Romano sembra esser stato proposto anche da Vittorio Feltri su Libero Quotidiano: “Quando muore un carabiniere o un poliziotto mentre compie il suo dovere in cambio di uno stipendio da fame, le istituzioni se la cavano con un telegramma alla famiglia. Ciò succede da sempre, non soltanto in questo periodo, per cui l’ attuale Governo non si può ritenere che sia molto peggiore dei precedenti. Tuttavia, la vicenda di Silvia Romano ha un contenuto particolarmente scandaloso, meritevole di una chiosa”. Feltri sottolinea: su Silvia Romano è scesa una coltre di silenzio fino alla sua improvvisa liberazione. A quel punto: “La signorina afferma di avere soggiornato bene nelle celle musulmane, di aver trascorso in Africa giorni divini al punto di essersi convertita alla religione di Allah. Ha letto il Corano e ha capito che i musulmani hanno ragione. Niente di sconvolgente, avviene di innamorarsi dei carcerieri e dei loro costumi”.

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(Foto di Zunino Celotto, da Getty Images)

Feltri a questo punto insorge: “Se tutto il presente racconto è veritiero, per quale motivo lo Stato si è mobilitato allo scopo di agevolare il rimpatrio di una tizia che era a suo agio in compagnia dei terroristi intenti a sfruttarla per incassare denaro nostro?”. Feltri insiste: se la ragazza stava bene, allora il presunto riscatto pagato è stato insensato. Poi si spinge ancora oltre. Non solo avremmo dovuto lasciarla prigioniera perché “in una sorta di paradiso terreste”, ma è stato sbagliato, in genere, liberare una ragazza convertitasi all’islam. “Mi appare assurdo e paradossale aver salvato una giovane donna che simpatizza per coloro che l’hanno imprigionata e trattenuta sotto le grinfie islamiche”. E ancora, se la ragazza non smentirà quanto affermato nelle prime esternazioni, per Feltri qualcuno “si è comportato da deficiente”, prodigandosi per la sua liberazione.

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I commenti di Feltri si iscrivono nella linea del dibattito pubblico che da giorni attacca o l’operato del Governo (che stando ad alcune notizie, oggi smentite da Di Maio, avrebbe pagato il riscatto) o le affermazioni della ragazza. L’odio si scatena anche sui social, con frasi minacciose rivolte a Silvia Romano. Tant’è che il responsabile dell’antiterrorismo milanese, Alberto Nobili ha aperto una indagine. L’ipotesi, contro ignoti, è di minacce aggravate. La Prefettura di Milano, città in cui lei vive con la famiglia e dove ieri è rientrata, sta valutando misure di protezione. Il palazzo del Casoretto in cui abita Silvia Romano è già sorvegliato dalle forze dell’ordine. Dopo le numerose minacce di morte, la situazione è ormai sfuggita di mano. Il suo profilo Facebook non è più visibile, probabilmente è stato chiuso. Un consigliere comunale di Asolo (Treviso) ha infierito ulteriormente, postando una foto di Silvia Romano con il commento “impiccatela”. Il consigliere ha subito fatto marcia indietro cancellando il post. Alla valanga di critiche si aggiunge anche il commento del leader della Lega Matteo Salvini, che chiosa sull’operato del Governo: “Sarebbe stato meglio evitare un ritorno-show, è chiaro anche ai sassi che è stato pagato un riscatto”.

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Intanto la famiglia si stringe attorno alla ragazza, cercando di isolarsi il più possibile dall’attenzione mediatica. La madre di Silvia, Francesca Fumagalli, ha infatti commentato: “Cerchiamo di dimenticare, di chiudere un capitolo e aprirne un altro”. Poi la madre, intercettata mentre usciva con il cane in via Casoretto, ha esordito spazientita: “Come vuole che stia? Provate a mandare un vostro parente due anni là e voglio vedere se non torna convertito”. Poi l’appello a media, popolazione e politici: “Usate il cervello. Vogliamo stare in pace, abbiamo bisogno di pace“.

 

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