Corruzione: ai domiciliari il Procuratore di Taranto e un ispettore di polizia

Il Procuratore della Repubblica di Taranto, Nicola Maria Capristo, e un ispettore della Polizia in servizio alla Procura sono agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione in atti giudiziari.

Corruzione- ai domiciliari il Procuratore di Taranto e un ispettore di polizia - Nicola Maria Capristo - meteoweek.com
Corruzione- ai domiciliari il Procuratore di Taranto e un ispettore di polizia – Nicola Maria Capristo – meteoweek.com

Durissima l’accusa che la Procura della Repubblica di Potenza ha mosso nei confronti del Procuratore della Repubblica di Taranto, Nicola Maria Capristo, e dell’ispettore di Polizia in servizio presso la Procura medesima, Michele Scivittaro: corruzione in atti giudiziari. Secondo l’inchiesta, avviata circa un anno fa, il Procuratore di Taranto avrebbe compiuto atti idonei a “indurre il pm Silvia Curioni, della procura di Trani, a perseguire per il reato di usura l’indagato Giuseppe Cuoccio, pur essendo risultata infondata la denuncia a suo carico“, effettuata da tre imprenditori della provincia di Bari, i fratelli Giuseppe, Cosimo e Gaetano Mancazzo, attualmente indagati e anch’essi agli arresti domiciliari.

Secondo quanto descritto nell’inchiesta, gli atti del Procuratore Capristo avrebbero dovuto “consentire ai fratelli Mancazzo i vantaggi patrimoniali della posizione processuale di parte offesa (presunta) e aspirante parte civile, ma soprattutto l’applicazione a loro favore della legge a sostegno delle vittime di usura con i relativi benefici a loro vantaggio“. Il Procuratore di Taranto sarebbe l’organizzatore della corruzione e sarebbe stato aiutato dall’ispettore, “suo alter ego e uomo di fiducia”, Michele Scivattaro. Anche il Procuratore di Trani, Antonino Di Maio, sarebbe indagato per abuso d’ufficio e favoreggiamento personale.

Il giovane sostituto procuratore di Trani, Silvia Curioni, indotto a perseguire una persona estranea ai fatti, “non solo si oppose fermamente – si legge nell’indagine – ma denunciò tutto. Per la denuncia non vi erano presupposti né di fatto né di diritto. Capristo e Scivittaro, inoltre, sono gravemente indiziati di truffa ai danni dello Stato e falso“, dato che l’ispettore di Polizia risultava in servizio presso l’ufficio della Procura e percepiva degli straordinari per la sua attività, nonostante non fosse presente perché svolgeva incombenze per conto del Procuratore.

Secondo la Procura di Potenza i mandanti sarebbero i tre imprenditori pugliesi, che avrebbero utilizzato il Procuratore per fare pressioni sulla pm Curioni “abusando della qualità di procuratore della Repubblica di Taranto, superiore gerarchico del marito della pm Curioni, ossia di Lanfranco Marazia che a Taranto prestava servizio come pm, rappresentando alla Curioni che avrebbe potuto esercitare a fini ritorsivi le sue prerogative, anche ostacolando la carriera del marito, visto che aveva già dimostrato nel 2017 di essere capace di farlo“. Inoltre, attraverso una visita dell’ispettore Scivattaro, Capristo avrebbe ricordato alla pm che, essendo ex Procuratore di Trani, “aveva rapporti diretti con l’ambiente, in particolare con colui che in quel momento era il capo della Curioni ossia Antonino di Maio“, e avrebbe paventato  “la possibilità che si potesse riservare analogo destino professionale del coniuge o comunque danneggiarle il percorso professionale“.

Secondo gli inquirenti, dalle intercettazioni “emerge l’esistenza di un centro di potere a Trani denominato ‘i fedelissimi’, che include pubblici ufficiali e soggetti privati tra cui l’imprenditore Gaetano Mancazzo, definito ‘uno del club’ legati al procuratore Capristo, capace non solo di influenzare le scelte di quella procura ma anche di coinvolgere altre istituzioni“. Nell’ordinanza emessa oggi si legge anche che il Procuratore Capristo aveva “amicizie nelle alte sfere istituzionali”, tanto che in una conversazione intercettata viene anche citata la presidente del Senato, Elisabetta Casellati in quanto definita “un’amica nostra”.

Il giudice delle indagini preliminari della Procura della Repubblica di Potenza, Antonello Amodeo, ha emesso gli ordini di custodia cautelare agli arresti domiciliari per pericolo di inquinamento probatorio. La notizia ha suscitato molto clamore a Taranto, perché il Procuratore Capristo era diventato popolare in seguito a uno scontro per tutelare la salute dei tarantini con la società proprietaria delle acciaierie ex Ilva.

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