Fase 2, ludoteche e parchi gioco: il 50% rischia di chiudere

Fase 2 e crisi economica, a rischio chiusura circa il 50% delle ludoteche e dei parchi gioco. Il gruppo nazionale Parchi Gioco e Ludoteche Italia: “Eppure queste attività potrebbero essere sfruttate per aumentare l’offerta di servizi alle famiglie”.

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(Da Pixabay)

La stima della crisi arriva in una nota del gruppo nazionale Parchi Gioco e Ludoteche Italia. Secondo quanto riportato, in Italia circa il 50% di ludoteche e parchi gioco è a rischio chiusura a cuasa dell’emergenza coronavirus. In tutto le realtà che fanno parte del settore sono 2.500, capaci di mobilitare una forza lavoro di circa 20mila persone. Un numero non indifferente, soprattutto se si parla del rischio di dimezzare la produttività (e anche l’occupazione) del settore. Il gruppo nazionale è partito in Lombardia, ottenendo un’ottantina di adesioni, fino a raggruppare, ora, circa 620 attività sparse in tutta Italia. Nella nota diffusa dal gruppo si legge, a proposito delle attività in questione: “Eppure potrebbero essere sfruttate proprio per aumentare l’offerta di servizi alle famiglie che, durante l’estate, dovranno fare i conti con le limitazioni ai centri estivi, mentre i genitori riprenderanno a lavorare”. L’idea sarebbe quindi quella di favorire l’integrazione delle attività a rischio chiusura con il progetto già sostenuto dal Governo Conte.

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Dalla giornata ieri, 18 maggio, è ripartito il via alle attività all’aperto, in parchi e giardini, con la supervisione di operatori. Lo scopo sarebbe garantire anche una sorta di outdoor education. Dal mese di giugno si darà il via anche a centri estivi nelle scuole, oratori e ludoteche, in base a quanto previsto dalle Linee guida per la gestione in sicurezza dei bambini. E’ stato lo stesso Dipartimento politiche per la famiglia a stilare il documento con le linee guida per recuperare il “diritto alla socialità” in armonia con le raccomandazioni dei vari comitati tecnico-scientifici. L’indicazione è chiara: preferire scuole, ludoteche e oratori, dotate di un “generoso spazio verde” per consentire “attività all’aperto e diverse da quelle che caratterizzano l’attività didattica durante il calendario scolastico”. Sono queste le indicazioni fornite ai centri estivi, insieme a una serie di prescrizioni da rispettare sulle norme di sicurezza.

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Il gruppo nazionale Parchi Gioco e Ludoteche Italia vorrebbe porsi proprio su questo crinale, insistendo tramite appelli rivolti direttamente al governatore della Lombardia, al premier Conte e alla ministra Bonetti. Cinzia Castellazzi, titolare di una ludoteca di Trezza sul Naviglio spiega la sua posizione: “Abbiamo scritto per chiedere innanzitutto regole certe, protocolli per la riapertura e interventi di sostegno economico. Ma non solo, abbiamo lanciato la proposta di assumere un ruolo fondamentale nella realizzazione dei centri estivi: le nostre strutture, da sempre destinate ad accogliere in sicurezza i bambini, possono essere messe a disposizione per questo servizio. Le scuole e gli spazi tradizionali non saranno sicuramente sufficienti per ottemperare alla necessità del distanziamento sociale, quindi possiamo affittare i nostri spazi, oppure possiamo organizzare noi direttamente le attività, grazie alle professionalità che sappiamo mettere in campo”.

 

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