Gianni de Gennaro: l’evoluzione del gruppo industriale Leonardo

La reputazione pubblica, i processi aziendali, gli standard e le indagini per corruzione internazionale. Gianni de Gennaro, presidente dell’azienda Leonardo dal 2013 spiega i passaggi importanti e i capisaldi di una delle più grandi realtà del settore privato italiano.

Rome, ITALY: Picture dated 11 April 2006 of Italy Police chief Gianni De Gennaro giving a press conference in Rome. (Photo credit should read ANDREAS SOLARO/AFP via Getty Images)

Anni d’oro per Leonardo una delle più importanti aziende italiane legate ai settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza. Gianni de Gennaro racconta al Sole 24 Ore la storia della compagnia e gli anni della sua presidenza, dimostrando una certa ammirazione per l’industria del settore privato, come elemento portante dell’economia nazionale. In questi sette anni De Gennaro ha fatto incrociare mondi diversi. Ha spaziato tra le diverse forma di leadership, cercando di riportare la reputazione esterna ai massimi livelli. «Ho esercitato la persuasione e il raccordo fra i tanti, più che la solitudine ultima delle decisioni». Ma, al di là di questo aspetto che è insieme personale e funzionale, rimane il profilo di Leonardo, così come lo conosciamo oggi. Questo gruppo è una doppia pietra angolare: per la sicurezza nazionale e per l’industria del nostro Paese. È essenziale per le persone che ci lavorano. Ed è fondamentale per tutta la comunità italiana. Per definire chi siamo, per definire dove andiamo», conclude Gianni De Gennaro.

L’inizio della presidenza: Gianni de Gennaro ai vertici

Quando De Gennaro fu chiamato alla presidenza della compagnia, il gruppo manifatturiero era in una crisi profonda. Erano aperte le indagini per corruzione in India. La reputazione pubblica era crollata e la grande realtà tecnico-industriale stava precipitando. In questo clima è arrivata la chiamata a Gianni de Gennaro. «Rimasi sorpreso, quando mi chiamarono. Mi ero sempre occupato di altro», ribadisce durante l’intervista. Una volta dentro, continua, «Ho sempre distinto il consiglio di amministrazione e il management. Ho capito subito che cosa non dovevo fare. Non dovevo occuparmi di tecnologie, di commesse e di fabbriche. Anche se, la prima volta in cui ci sono entrato, in un minuto me ne sono innamorato”.

De Gennaro si sofferma sull’importanza della reputazione aziendale e sulle tecniche per riportare un’industria a far parlare bene di sé. Ricominciare dal clima interno che, come sottolinea De Gennaro, nel 2013 era “al limite della cupezza” per riapparire credibile agli occhi dei clienti e degli investitori internazionali. I punti di partenza, sottolinea, “sono stati gli obiettivi indicati, nel 2013, dal comitato guidato dal giurista Giovanni Flick: l’adozione di un codice e la costituzione di un comitato per l’integrità e l’anticorruzione, la ridefinizione dell’audit e dei flussi informativi, il whistleblowing per le segnalazioni anonime degli illeciti”. La conformità meticolosa alle procedure ha permesso così al gruppo di rialzare la testa dopo una brutta caduta e di riprendere credibilità.

Leonardo: Nuove misure per il gruppo e buona reputazione

Una metamorfosi, quella che ha cercato di mettere in piedi Gianni de Gennaro in questi sette anni. Ci tiene così a precisare: “L’impresa, per realizzare il profitto, ha bisogno di buona reputazione”. L’importanza dell’opinione pubblica rimane così al centro degli obiettivi del presidente. La prima cosa che Leonardo ha ricostruito per intero è il suo tessuto interno: le strutture di sicurezza, la partecipazione dei singoli, gli standard di controllo. Tutte queste misure hanno contribuito al successo di oggi.

“Un altro elemento positivo – aggiunge De Gennaro – nella connessione fra il lavoro interno e la reputazione – è stato raggiunto quando, nel 2015, nel Defence Companies Anti-Corruption Index di Transaparency International Leonardo è passata da C, una valutazione che risaliva al 2012, a B. Lo stesso è accaduto nel 2018, con l’ottenimento – prima azienda del settore – dell’Anti bribery management system”,il principale standard internazionale sui sistemi di gestione anticorruzione. I settori su cui lavorare sono ancora molti ma in sette anni si notano i cambiamenti abissali messi in atto dall’azienda per ricoprire un ruolo diverso agli occhi  dei clienti. D’altronde si può intuire: l’azienda di successo è quella che riesce ad adattarsi meglio alle esigenze del suo tempo.

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