250 braccianti in arrivo dal Marocco in Abruzzo per salvare i raccolti

Sono arrivati ieri in Abruzzo 250 braccianti dal Marocco per lavorare nel distretto agricolo del Fucino in difficoltà a causa del lockdown. Sono molti i prodotti coltivati e da oltre tre decenni sono i lavoratori stagionali stranieri ad occuparsi della raccolta.

braccianti in Abruzzo
 (Photo by FRANCOIS LO PRESTI / AFP) (Photo credit should read FRANCOIS LO PRESTI/AFP via Getty Images)

Nella giornata di ieri sono arrivati all’aeroporto di Pescara 125 lavoratori atterrati con un volo charter partito da Casablanca e altrettanti 125 arriveranno oggi. Non è una novità per gli stranieri che ogni anno vengono per occuparsi della raccolta di patate, spinaci e finocchi, tanto da diventare una parte fondamentale del sistema produttivo. “Sono trent’anni che vengo in Italia e per me è una seconda casa. Lavoro tutti i giorni per circa 1000/1200 euro al mese”. Questo ha permesso ai braccianti e ai datori di lavoro di instaurare un rapporto di fiducia da lungo tempo.

La regolarizzazione a tempo dei lavoratori introdotta da poco dal governo è stata ritenuta da molti insufficiente. Ieri infatti si è svolta a Foggia una manifestazione organizzata da USB (Unione Sindacale di Base) e dall’attivista sociale Aboubakar Soumahoro. Durante il periodo del lockdown, tuttavia, essendosi fermati gli ingressi ci sono state molte difficoltà nel trovare mano d’opera specializzata. Un agricoltore dichiara che “Il lavoro è andato molto a rilento perché non c’erano le persone. Avevo solo due persone residenti in Italia ma ho dovuto chiamare anche mia moglie ed altri parenti”.

I lavoratori arrivati ieri dovranno osservare un periodo di quarantena prima di poter incominciare a lavorare nei campi. In risposta invece al Ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova che ha proposto di far lavorare i percettori del reddito di cittadinanza, Stefano Fabrizi di Confagricoltura Abruzzo spiega come questo non sia possibile. “Sul territorio mancano circa 3500 lavoratori. Le nostre aziende hanno assunto un centinaio di lavoratori italiani, senza alcun tipo di discrimine. E’ necessario però per questi avere qualcuno che gli insegni la pratica. Non si possono mettere persone a lavorare tra i trattori da un giorno all’altro. Spero che questa emergenza aiuti gli italiani ad andare a lavorare in campagna senza pregiudizio.”

 

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