Mes, per Conte è no: “E’ un prestito, se prendo quei soldi poi li devo restituire”

Il premier Giuseppe Conte fa il punto della situazione in due interviste, al Corriere e a Repubblica. Tra gli argomenti di discussione: Mes, Europa, Fase 2, solidità del Governo, Bonafede e misure del decreto Rilancio.

conte mes

Il premier Giuseppe Conte all’interno di interviste al Corriere e alla Repubblica fa il punto della situazione sulla politica estera dell’Italia e sullo stato di salute del Governo. Con il passaggio dalla fase 1 alla fase 2, infatti, il Governo è stato sottoposto a un’evoluzione inevitabile: l’esigenza di assumere decisioni costruttive sul piano economico, finanziario e di politica estera. Da quel momento si è aperto un periodo di tensione, ancora in atto. Da un lato il Governo si è esposto nella gestione di un’emergenza che esulasse dalla semplice chiusura, dall’altro ha dovuto fronteggiare la nascita di numerose polemiche sulle linee adottate. Poi i fattori imprevedibili, tra cui la crisi interna (che sembrerebbe risolta) dovuta alla mozione di sfiducia al ministro della Giustizia Bonafede. I focus su cui Conte si espone durante le interviste sono dunque due: le misure in atto in Commissione europea e la solidità del Governo.

Conte frena ancora sul Mes

conte mes

Per quanto riguarda il Mes e la politica estera, Conte frena ancora, ribadisce la sua contrarietà e afferma: “Il fondo salva Stati è un prestito. Se chiedo in banca 37 miliardi poi li devo restituire”. Il premier valuta invece l’accordo sui 500 miliardi del Recovery fund, definito una “svolta importante”. Nel parlare dell’accordo, riconosce anche gli sforzi della Germania, che “ha fatto un passaggio di portata storica. Accetta la logica del debito comune europeo e addirittura accetta la proposta condivisa con la Francia, che ci siano contributi a fondo perduto fino a 500 miliardi”. In definitiva, insomma, in virtù dei progressi sottolineati da Conte sul Recovery fund, la posizione sul Mes resta condizionata da un certo disinteresse: “Il Mes non è il mio obiettivo anche per una questione di consistenza, al di là delle condizionalità e delle sensibilità politiche interne. Non è una soluzione”.

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Conte non sembra interessato al gettito di liquidità che il Mes comporterebbe in questa situazione di emergenza, tant’è che a chi gli fa notare i vantaggi di poter accedere immediatamente a un’ingente quantità di soldi, Conte risponde: “Innanzitutto è un prestito, quando lei va in banca bisogna vedere quale piano di rientro e di ammortamento la banca le chiede. Non è che non mi fido, sgombriamo dagli aspetti di dibattito interno. Ma se si può evitare è meglio. Nella prospettiva franco-tedesca stiamo parlando di miliardi a fondo perduto. Ma bisogna lavorarci, sono giorni cruciali”. Insomma, per Conte il Mes rappresenterebbe non uno strumento da demonizzare, ma uno strumento da allontanare, ad ogni modo, il più possibile, per il bene di tutte le parti in causa. Anche perché “la Commissione può fare di meglio”.

Lo stato di salute del Governo

renzi conte

Poi al Corriere Conte torna a parlare di Governo e delle tensioni emerse di recente con Italia Viva. Sulla fiducia al ministro della Giustizia Bonafede, infatti, il partito si è mostrato a lungo critico, a lungo sibillino nel sostegno al Guardasigilli. Fino a poco prima della votazione le parole degli esponenti di partito sono rimaste polemiche, in attesa di ascoltare l’intervento del Guardasigilli. Poi il sostegno a Bonafede, un “sostegno politico”. Ora il premier commenta: “Quella di sostenere il governo è stata una decisione importante“. Ora, aggiunge Conte, è il momento di riprogettare un percorso comune, sui temi. Il premier, infatti, sembra voler accogliere l’appello di Italia Viva che, sostenendo il Governo, ha però chiesto un maggiore peso politico all’interno delle decisioni dell’esecutivo. E la creazione di un percorso comune sembra iniziare da subito.

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In aula Conte ha aperto al piano choc di Renzi sui cantieri e ora conferma la sua posizione: un sì “ai cantieri, al piano choc, al family act, temi che ci stanno a cuore”. Poi Conte allontana subito lo spettro di rimpasti di Governo: la richiesta di Italia Viva è una richiesta di partecipazione politica, non interessata a ottenere nuovi posti di potere nell’esecutivo. Conte afferma sul rimpasto: “Non se ne è parlato. Non li immiserite, lo dico anche per loro. Non è questo, è una questione di strategia, di prospettiva”. Per quanto riguarda la Lega, invece, Conte lancia l’appello: spetterà all’opposizione porsi in maniera costruttiva. E a proposito del decreto Rilancio e delle possibili tensioni sociali, Conte si dice in guardia: “Non le sottovaluto affatto in un contesto in cui c’è tanta sofferenza economica diffusa. Gli italiani stanno affrontando l’emergenza con grande responsabilità, capacità di resilienza e di reazione”.

Il punto sulle misure in atto

Proprio a proposito dei sacrifici degli italiani, all’interno dell’intervista alla Repubblica Conte riconosce tutti i meriti e rassicura sul totale impegno del Governo: “I numeri fotografano l’eccezionalità del momento che stiamo vivendo. I sacrifici fatti dagli italiani hanno permesso al Paese di uscire dal lockdown”. Per quanto riguarda Inps, cassa integrazione e bonus agli autonomi, Conte ribadisce: “L’impegno del Governo per garantire la salvaguardia dei posti di lavoro è massimo. Questo attraverso il sostegno al reddito di milioni di lavoratori dipendenti, ai quali è stata assicurata la cassa integrazione, e il blocco dei licenziamenti”. La ferita aperta dal coronavirus è grande e la tempestività sembra ormai un fattore cruciale. Lo fa notare il leader della Lega Matteo Salvini, che ha affermato: “Chi paga la cassa integrazione? Caro presidente del Consiglio su questo vogliamo delle risposte”.

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Ma il premier promette: il decreto Rilancio prevede anche una semplificazione delle procedure e, dunque, un’accelerazione delle tempistiche. “Grazie al decreto Rilancio semplificheremo le procedure per l’erogazione della cig in deroga e consentiremo all’Inps di anticipare il 40 per cento delle somme spettanti al lavoratore entro due settimane dalla presentazione della domanda. In più, abbiamo allargato la platea dei lavoratori a cui sarà riconosciuta una indennità per far fronte all’emergenza, come colf e badanti. Ieri 1,4 milioni di stagionali, autonomi e partite Iva hanno ricevuto dall’Istituto di previdenza il bonus 600 euro per il mese di aprile, che nei prossimi giorni sarà erogato a tutti i beneficiari”. Ma da dove ripartire nella ricostruzione dell’Italia? “La strada ora è ripartire rilanciando gli investimenti pubblici e privati, per creare nuove occasioni di lavoro, a partire dal Sud. E sul Sud, tra Cura Italia e decreto Rilancio abbiamo cominciato a farlo”. Conte non nega l’estrema serietà della situazione, confermata anche dai dati Inps: l’impatto della crisi potrebbe essere superiore alla recessione del 2008-2009, per questo sono indispensabili nuovi investimenti.

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