Coronavirus: “Problema delle mascherine risolto”. Si fanno in Italia

Annuncio del commissario all’emergenza Domenico Arcuri: le mascherine da questa settimana le fabbricano in Italia, e si troveranno con facilità.

Sono state uno degli argomenti “forti” degli ultimi mesi: le mascherine. Introvabili per un lungo periodo di tempo, poi più disponibili, ma sempre troppo poche. La situazione ora potrebbe essere cambiata forse definitivamente: “Questa settimana abbiamo distribuito oltre 43 milioni di mascherine, il numero più alto dall’inizio dell’emergenza – ha detto – Da ieri i primi 20mila tabaccai sul territorio italiano distribuiscono le mascherine chirurgiche a 50 centesimi, così come ringrazio la federazione di farmacisti e parafarmacie. Oramai anche in questi punti vendita, le mascherine si trovano. Penso che la partita delle mascherine sia definitivamente risolta”. Parole importanti, che il commissario all’emergenza Domenico Arcuri ha pronunciato in conferenza stampa. Più mascherine, molte di più. Ma perchè? A spiegarlo è lo stesso Arcuri: “E’ cominciata questa settimana la produzione di mascherine chirurgiche in Italia. Le prime le daremo al personale medico e ai farmacisti. Il costo di produzione è 0,12 centesimi e saranno pagate 50 centesimi. Preciso che vanno difese fino alla morte le libertà del mercato, tranne la libertà di arricchirsi calpestando il diritto alla salute”.

Il commissario all’emergenza Domenico Arcuri

Avere più mascherine in questo momento è particolarmente importante: ci sono gli esami di maturità, e tra tre mesi si dovrebbe pensare alla riapertura delle scuole: “Con l’inizio delle scuole a settembre stiamo valutando una distribuzione di mascherine con il Miur – ha spiegato il commissario – per il personale docente, non docente e studenti. Il dispositivo sarà disponibile per tutte le scuole già il 17 giugno. Gli esami di maturità devono essere fatti assolutamente in sicurezza. Non solo mascherine, ma tamponi e test sierologici: sono i tre “pilastri” della prevenzione e della gestione del virus, che – ricordiamolo sempre – è ancora in giro, tra noi.  “Lunedì parte l’indagine sierologia con il personale della Croce rossa e con i volontari impegnati. Sarà l’indagine più massiccia mai realizzata dai sanitari italiani – ha anninciato Arcuri – Ci aiuterà ad avere delle indicazioni per saper fronteggiare meglio il virus. Anche questa pagina possiamo definirla archiviata e aspettare i risultati”. Per quel che riguarda i tamponi, il problema potrebbero essere i reagenti, necessari per emettere la diagnosi di positività o negatività. Mancano, e potrebbero diventare il nuovo caso: “Evitiamo che i reagenti diventino le mascherine della fase 2. Abbiamo fatto una richiesta nazionale e internazionale conclusa nei giorni scorsi. Il nostro obiettivo è arrivare da 60mila a 100mila tamponi al giorno” ha concluso Arcuri.

 

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