Gli Stati Uniti riprendono la corsa alla spazio, oggi il primo passo con SpaceX

Questa sera alle 22.33 ora italiana è previsto il lancio nello spazio della Crew Dragon di SpaceX. La missione è la Demo-2. Gli astronauti prescelti sono Bob Behnken e Doug Hurley.

Stati Uniti nuovo lancio nello spazio

Lo scenario che si prospetta sembra uscire da una pagina di un romanzo di Asimov. Solo dieci anni fa pensare a razzi che decollano e poi tornano al suolo per essere riutilizzati sembrava una follia. Richard Branson sta testando tecnologie aeronautiche per poter fare ‘turismo spaziale’. Alle spalle di questi progetti vi sono dei grandi visionari, uomini che non vedono il cielo come un confine per il loro ingegno e che presto o tardi decideranno di andarsi a prendere tutto ciò che fino ad ora lo spazio aveva tenuto gelosamente per sé. Come per la corsa all’oro in California, nell’oscurità potrebbero celarsi immense ricchezze, miniere spaziali e altri tesori.

Questa sera gli astronauti Bob Behnken e Doug Hurley saranno a bordo della Crew Dragon di SpaceX. La missione è la Demo-2 e la destinazione sarà la Stazione Spaziale Internazionale ruotante attorno alla Terra.

I due astronauti arriveranno alla rampa di lancio a bordo di una Tesla Model X. Elon Musk amministratore delegato e CTO di Space X (Space Exploration Technologies Corporation) che progetta e costruisce lanciatori spaziali, è pronto per questo nuovo appuntamento con la storia. Da giovedì il suo Falcon 9 – il missile contenente la capsula Dragon – svetta sul ‘launch pad’ 39A lo stesso dal quale decollarono Armstrong, Aldrin e Collins nel 1969 verso la luna. Sempre nello stesso punto mezzo secolo fa si innalzava anche il Saturn V, il modello di razzi Saturn fisicamente più grande che abbia mai volato. E in anni più recenti lo Space Shuttle.

Un momento epocale per gli Stati Uniti, che tornano ad avere autonomia sui loro lanci senza dover più dipendere dai russi e dalla loro Soyuz. Parteciperà naturalmente all’evento il presidente Donald Trump, atteso con il suo vice Mike Pence al Kennedy Space Center.

Primo step la Luna

Nel 2024 è previsto quel famoso ‘piccolo passo’ questa volta compiuto da una donna. La prima donna sulla Luna. Questa lo farà scendendo da un modulo privato, commissionato dalla Nasa. Tre i veicoli a cui è stato destinato quasi un miliardo di dollari per il loro sviluppo: SpaceX, Blue Origin e Dynetics. Il programma dell’allunaggio prende il nome di Artemis, sorella di Apollo, e servirà come prova generale per un obiettivo ben più impegnativo: mettere piede su Marte.

A spingere la capsula diretta verso la Luna sarà un modulo di servizio europeo. Molte tecnologie italiane sono servite e serviranno all’Agenzia spaziale americana per poter andare sempre più lontano. Insieme agli europei anche i canadesi e i giapponesi stanno sviluppando il ‘Lunar Gateway’, una stazione spaziale da costruire intorno alla Luna. Alla base di tutto vi sarà sempre e comunque la Nasa. Gli Stati Uniti sono gli unici a possedere un sistema imprenditoriale ed una tecnologia tale da rendere possibile traguardi di questa importanza.

Spazio ai privati

Elon Musk ha reso possibile il nuovo modello di business ‘chiavi in mano’. Dopo aver vinto commesse Nasa per i rifornimenti alla Stazione spaziale internazionale e ora anche per portarci gli astronauti, SpaceX si è anche garantita il servizio cargo per trasportare gli elementi del Lunar Gateway. Obama nel 2015 e ora Trump, ad aprile 2020, con un “executive order” hanno abbozzato una visione futura degli Usa fuori dall’atmosfera, lasciando spazio appunto ai privati e al loro business. Trump con il suo ‘esecutive order’ nega esplicitamente che lo spazio extra atmosferico sia un bene comune, un invito a chi sarà in grado di trarre profitto da quello che c’è da scoprire, scavare, e in buona sostanza, vendere.

Gli Stati Uniti non fanno mistero del loro obiettivo votato alla libertà d’impresa. Di recente, un nuovo trattato chiamato ‘Artemis accords’ contiene oltre al richiamo a una cooperazione internazionale, anche un primo accenno alla spartizione di un altro mondo, con la creazione di ‘safety zones’ per evitare interferenze tra nazioni che cooperano lassù.

Un primo passo verso il Pianeta Rosso

A luglio 2020 decolleranno verso Marte tre missioni robotiche: Mars 2020 della Nasa, Hope degli Emirati Arabi e la cinese Tianwen 1. Sfrutteranno la posizione favorevole di Terra e Marte. Servirà certamente una colonia lunare per mettere a punto le tecnologie necessarie per poter sopravvivere per mesi a milioni di chilometri di distanza. Nel frattempo Elon Musk sta già costruendo un razzo per poterci andare, lo Starship.

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