Coronavirus, bufera sulla Lombardia: “I dati vengono aggiustati”

Il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta attacca senza mezzi termini. La risposta della Regione: “I dati sul Coronavirus vengono inviati in maniera trasparente alle istituzioni”.

gallera coronavirus

Arriva un altro duro attacco nei confronti della Regione Lombardia, la quale resta nell’occhio del ciclone nell’ambito dell’emergenza Coronavirus. Il nuovo colpo arriva dalla Fondazione Gimbe e dal suo presidente, Nino Cartabellotta. Le sue parole, spese ai microfoni di Radio 24, sono una nuova stilettata nei confronti dell’amministrazione Fontana. Questa volta, nel mirino ci sono i numeri relativi ai casi di contagio da Coronavirus nella regione. Si parla in maniera piuttosto chiara di dati “aggiustati” dai lombardi, prima di trasmetterli alle istituzioni e diffonderli alla cittadinanza.

“C’è il ragionevole sospetto che sia così – sostiene Cartabellotta – , anche perché in Lombardia si sono verificate troppe stranezze sui dati nel corso di questi tre mesi: soggetti dimessi che venivano comunicati come guariti andando ad alimentare il cosiddetto silos dei guariti; alternanze e ritardi nella comunicazione dei dati, cosa che poteva essere giustificata nella fase dell’emergenza quando c’erano moltissimi casi ma molto meno ora”. Il presidente della Fondazione Gimbe parla anche dei riconteggi dei dati sul Coronavirus, che durante la Fase 2 sono stati assai frequenti in Lombardia.

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Nino Cartabellotta – meteoweek.com

“È come se ci fosse una sorta di necessità di mantenere sotto un certo livello quello che è il numero dei casi diagnosticati”, prosegue il numero uno della fondazione. Cartabellotta non dispone di prove certe, ma i suoi sospetti proseguono, tanto da mettere in dubbio anche l’attività di testing da parte della regione. “I casi sommersi sarebbero 10-20 volte quelli esistenti, ma se non li vado a identificare, tracciare e isolare questi continuano a girare e contagiare”. Cartabellotta parla senza mezzi termini di “cane che si morde la coda”, in quanto “da una parte non si vogliono fare troppi tamponi per evitare di mettere sul piatto troppi casi, dall’altro non identificandli si alimenta il contagio”.

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Secondo Cartabellotta, tra le altre cose, la situazione in Lombardia migliorerà in maniera davvero lenta. Tanto da arrivare a dire che la regione “uscirà per ultima da questa tragedia, perché se si chiude troppo tardi e si vuole riaprire troppo presto, e si combinano anche dei magheggi sui numeri, allora è ovvio che la volontà politica non è quella di dominare l’epidemia ma è quella di ripartire al più presto con tutte le attività, e questo non lascia tranquilli”.

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Non si è fatta attendere la replica ufficiale da parte della Regione Lombardia. Nella nota si legge che i dati sul Coronavirus “vengono pubblicati in maniera trasparente e inviati alle Istituzioni e alle autorità sanitarie preposte. Nessuno, a partire dall’Istituto Superiore di Sanità, ha mai messo in dubbio la qualità del nostro lavoro che, anzi, proprio l’ISS ha sempre validato ritenendolo idoneo per rappresentare la situazione della nostra regione”. Per questo motivo, le accuse rivolte dal presidente della Fondazione Gimbe vengono etichettate come “intollerabili e prive di ogni fondamento”.

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