Thyssen, Fratoianni: “Responsabili chiedono la libertà, non hanno dignità”

Il portavoce nazionale di Sinistra Italiana si scaglia contro i manager tedeschi della Thyssen. “Un altro dolore che poteva essere evitato alle famiglie”.

fratoianni

Arrivano notizie a dir poco agghiaccianti per quanto riguarda la situazione processuale dopo la tragedia della Thyssen. Sono ormai passati quasi 13 anni da quel 6 dicembre 2007, in cui un’esplosione nello stabilimento di Torino ha causato la morte di sette delle otto persone coinvolte. La notizia che ha fatto il giro del mondo riguarda la recente richiesta da parte dei manager tedeschi, che dopo la prima sentenza erano stati condannati a 5 anni di reclusione. Nonostante siano ancora liberi e non abbiano scontato neanche un giorno di pena, avrebbero richiesto la semilibertà.

Una richiesta incredibile se consideriamo quanto è accaduto nello stabilimento Thyssen di Torino. E non sono mancate le polemiche, non appena la notizia di questa richiesta è giunta nel nostro Paese. A renderla nota è stata Rosina Platì, madre di una delle vittime dell’esplosione, Giuseppe Demasi. “È una farsa – ha dichiarato – quando l’ho saputo mi è preso lo sconforto, ho pianto tanto”. Ma non c’è solo la rabbia e lo sconcerto da parte delle famiglie delle vittime del rogo Thyssen. Anche la scena politica si è ribellata a questa richiesta a dir poco indelicata.

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I volti delle vittime – meteoweek.com

È il caso, tra gli altri, di Nicola Fratoianni. Il responsabile nazionale di Sinistra nazionale ha scritto un duro tweet nei confronti dei dirigenti tedeschi di Thyssen. Un attacco frontale con termini duri, che però manifestano la rabbia nei confronti di chi non sembra avere rispetto nei confronti di sette vite spezzate. “Dopo 5 sentenze di condanna, un mandato di cattura europeo, i manager tedeschi responsabili della strage alla Thyssen Krupp di Torino ancora liberi dopo anni chiedono pure la semilibertà. Gentaglia senza dignità”, ha scritto Fratoianni sul suo profilo.

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“Un altro dolore – conclude Fratoianni nel suo tweet – che poteva essere evitato per le famiglie degli operai uccisi”. Tra le altre cose, alcune famiglie delle vittime del rogo Thyssen di Torino hanno richiesto anche l’intervento da parte del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Inoltre, lo scorso 4 febbraio sono stati respinti i ricorsi fatti dai legali dei due manager condannati a 5 anni di reclusione. E ora si attende il ricorso al terzo grado di giudizio, che in Germania corrisponde alla nostra Cassazione.

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