Bonafede: “Chi ricopre cariche politiche non tornerà a fare il magistrato”

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede illustra la sua bozza di riforma della magistratura, che contiene alcune importanti novità. 

Il ministro della Giustizia Bonafede

“La bozza di riforma che oggi porterò nuovamente sul tavolo di lavoro non può più attendere”. Per il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede un intervento politico sulla magistratura è ormai indifferibile. Durante il question time alla Camera, parlando della riforma del Csm, il Guardasigilli è stato netto: “Va tutelata la credibilità della magistratura”. Il primo intervento riguarda il rapporto tra la magistratura e la politica: “Il progetto base di riforma prevede stringenti norme che, sostanzialmente, impediscono al magistrato di tornare in ruolo dopo aver ricoperto cariche politiche elettive o di governo, anche a livello territoriale. Allo stesso tempo, si disciplina anche il ritorno in ruolo del magistrato candidato e non eletto, ponendo vincoli e limiti di natura territoriale e funzionale”. La bozza prevede anche un intervento nei confronti dei magistrati collocati fuori ruolo: nel documento si prevede che non possano fare domanda per accedere a incarichi direttivi “per un determinato periodo di tempo successivo alla cessazione dell’incarico”, come ha anche confermato il ministro Bonafede.

LEGGI ANCHE -> Recovery Fund: per Conte “ottimi segnali da Bruxelles”

Il pm Luca Palamara, al centro del caso delle nomine al Csm

LEGGI QUI -> Coronavirus: in Usa superati i 100mila morti, il numero più alto al mondo

Nella bozza presentata dal Guardasigilli è espresso il tentativo di  “evitare l’attribuzione di vantaggi di carriera o di ricollocamento in ruolo per i consiglieri che hanno cessato di far parte del Consiglio, precludendo, anche in questo caso, per un determinato periodo la possibilità che abbiano accesso a incarichi direttivi o semidirettivi o che possano essere nuovamente collocati fuori ruolo”. Una riforma che mira a restituire autorevolezza e prestigio alla magistratura italiana: è chiaro l’obiettivo che si è posto il ministro, che è anche intervenuto – come era immaginabile – sul recente caso che è emerso dalle intercettazioni telefoniche del pm Luca Palamara“La magistratura è stata investita da un vero e proprio terremoto, una pagine dolorosa che ha fatto emergere dinamiche inaccettabili nell’assegnazione degli incarichi” ha commentato Bonafede: una situazione – ha concluso – che “colpisce la stragrande maggioranza dei magistrati che porta avanti la macchina della giustizia”.

Impostazioni privacy