Sandra Milo chiarisce: “Non ho chiesto la Bacchelli, voglio ancora lavorare” | Esclusivo

Sandra Milo ha fatto parlare molto di sé dopo essersi incatenata davanti a Palazzo Chigi per protestare contro l’emergenza delle partita IVA. L’attrice è stata addirittura ricevuta dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, che l’ha rassicurata in un colloquio cordiale.

Sandra Milo ha poi partecipato anche a Live Non è la D’Urso spiegando proprio che il suo intervento era stato a favore di tutte le partite IVA e non solo dei lavoratori dello spettacolo. Noi di Meteoweek l’abbiamo intervistata in esclusiva proprio per parlare di questo, della legge Bacchelli e anche delle grandi difficoltà che sta vivendo il settore del cinema e del teatro a causa del coronavirus.

Buonasera signora Milo, ci racconta com’è andato l’incontro con il presidente Conte?

“L’ho fatto per tutti i lavoratori autonomi, dagli imprenditori ai falegnami fino ai parrucchieri. Non mi aspettavo questo risalto, sono andata per tutte le persone che non lavorano e non hanno nulla a fine mese. Ora c’è il problema dell’IVA da pagare, ma non avendo lavorato abbiamo esaurito le riserve e sarà difficile. Il lavoro non c’è e riprende lentamente per lo spettacolo, ma non solo. Volevo portare l’attenzione alle nostre problematiche al governo e al presidente Conte”.

Se lo aspettava così Conte?

“Lo avevo già sentito al telefono ed ero rimasta stupita di sentire una persona così affabile e naturale. Ci ha ricevuto e abbiamo parlato con lui. Ha annunciato che riceverà i rappresentanti delle varie categorie, solo loro possono spiegare bene le esigenze”.

Sarebbe il caso di allargare la platea della legge Bacchelli a più lavoratori dello spettacolo?

“Sarebbe bello, ma questa legge non è stata applicata quasi mai che io sappia mi viene in mente il caso di Califano. Sarebbe il caso che nei casi più drammatici venisse utilizzata perché i fondi ci sono. Penso a Gabriella Ferri, lei l’aveva chiesta e non le è mai arrivata prima della morte”.

Lei la chiederebbe se potesse?

“No, io voglio lavorare. Sono ancora in condizione di lavorare con salute buona e energia”.

Lunetta Savino le ha fatto un complimento dicendo che ha fatto un gesto teatrale, ma nel senso positivo dato che è riuscita ad arrivare così a tante persone.

“Lei è stata molto carina verso di me. Lo hanno definito teatrale alcuni, ma non vuol dire nulla perché anche le suffragette lo sono state. Bisogna trovare il modo di farsi sentire e fare presenti le necessità”.

Aveva dei progetti che ha dovuto interrompere per il covid?

“Io dovevo debuttare a marzo con una commedia a Milano a teatro, a maggio avrei dovuto iniziare il film “il meglio di me” alla cui sceneggiatura aveva collaborato anche mia figlia. Il teatro lo hanno chiuso ed è stato brutto tagliare tutto dopo aver fatto le prove”.

Dal 15 giugno i cinema riapriranno, che ne pensa? Tornerebbe in scena in un teatro con posti ridotti?

“Non si può, i teatri hanno un costo che va dal personale tecnico agli artisti. Il teatro non può lavorare per rimetterci. Gli attori di teatro hanno bisogno di aiuto. Poi i film che avevano iniziato le riprese ora stanno continuando, noi invece ancora nulla. Io dovevo girare in Puglia con la coproduzione di Rai Cinema. La gente non ha i soldi per mangiare, dobbiamo riprendere con le dovute cautele ma ricominciare”.

Le scene più appassionate probabilmente   saranno poche, le mette tristezza?

“Non è necessario che siano tantissime scene di un certo tipo, ma l’amore va anche mostrato perché il cinema è immagine”.

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