Viaggia dalla Serbia all’Italia, bimba sottoposta alla terapia salvavita

Una bimba è venuta in Italia dalla Serbia per essere sottoposta a una terapia salvavita: nonostante il caos della pandemia da Covid-19, la piccola è stata curata da un team d’eccellenza del Veneto.

Istituto Oncologico Veneto - IRCCS
Istituto Oncologico Veneto – IRCCS di Padova

Un viaggio che le è stato concesso nonostante tutti i limiti e le restrizioni del periodo, dovute al disagio che la pandemia da coronavirus sta provocando nel mondo. Ed è proprio con questo clima che una bambina serba di soli 6 anni è stata trasportata all’Istituto Oncologico Veneto – IRCCS di Padova, così da potersi sottoporre a un trattamento urgente di radioterapia “total body”. La piccolina è arrivata in Italia insieme a sua madre, atterrate la scorsa settimana all’aeroporto Marco Polo di Venezia con un volo speciale messo a disposizione dal governo serbo.

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Dalla Serbia per una cura salvavita contro la leucemia

La bimba, di cui non sono state divulgate le generalità, è affetta da leucemia linfoblastica acuta e nei prossimi giorni dovrà affrontare un trapianto di midollo osseo nel suo Paese d’origine. Il ciclo di radioterapia, dunque, rappresenta una fase cruciale per il proseguimento della sua cura. Ad accoglierla nella struttura ospedaliera italiana è stato il team della Radioterapia dello IOV, guidato dal dottor Luigi Corti, che le permetterà di affrontare una serie di trattamenti personalizzati per la sua condizione.

Nel corso della settimana la piccola è stata sottoposta a sei sedute di Total Body Irradiation (TBI), effettuate con l’ausilio di macchinari di ultima generazione e che le consentiranno di procedere poi con il trapianto di midollo in Serbia che verrà effettuato a breve. Un trattamento salvavita, quello seguito dal responsabile della Radioterapia pediatrica, il dottor Giovanni Scarzello, che ha già permesso alla bimba di tornare in Serbia in attesa di completare un altro step del suo ciclo di cure.

bimba serbia italia
foto via TGVerona

“Nonostante l’epidemia di Coronavirus, in questi mesi la Radioterapia dello IOV non si è mai fermata. La bambina era attesa a Padova ad aprile, ma il viaggio in ambulanza non è stato possibile a causa delle restrizioni in vigore durante l’emergenza sanitaria e a causa della chiusura dei confini nazionali. Per questo motivo abbiamo aderito alla proposta di un ponte aereo organizzato dal centro trapianti di Belgrado, che si è dimostrato sin da subito collaborativo”. Queste le parole con le quali hanno spiegato la vicenda il dottor Corti e il dottor Scarzello, ai media che li hanno intervistati.

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Secondo quanto si apprende, inoltre, questa bellissima iniziativa rientra nel duraturo accordo stipulato tra il “Mother and Child Health Care Institute of Serbia” e l’Istituto Oncologico Veneto, atto ad assicurare a tutti quei bambini che si ammalano di tumore l’accesso a delle cure avanzate che, altrimenti, non sarebbero ottenibili nella loro nazione d’origine.

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