Il Covid-19 aiuta il diffondersi di altre malattie: preoccupano morbillo e colera

Il rischio è un aumento dei decessi per patologie per le quali esiste un vaccino. Il lockdown ha avuto come conseguenza l’interruzione di numerose campagne di immunizzazione. Preoccupano malattie come il morbillo, il colera e la difterite.

Il covid aiuta morbillo e colera

Per frenare la catastrofica pandemia di coronavirus SARS-CoV-2, altre malattie stanno approfittando per diffondersi dando vita a nuovi pericolosi focolai, soprattutto nei Paesi più in difficoltà. Tra le malattie che preoccupano di più le autorità sanitarie ci sono il morbillo, la difterite e il colera, ma anche quella provocata da un ceppo mutato del poliovirus responsabile della poliomielite.

Il lockdown e il blocco delle campagne vaccinali

A causa delle misure di contenimento più severe, sono state cancellate le campagne di immunizzazione di molte patologie, per le quali esiste un vaccino. Ciò ha lasciato scoperte diverse fasce di popolazione a rischio. In alcuni paesi, infatti, c’è chi non ha potuto fare il primo vaccino e chi non ha potuto effettuare i richiami, rimanendo così esposto al rischio di contagio. Ad aggravare la situazione, la carenza di scorte di medicinali. I voli cargo contenenti i medicinali, sono stati lasciati a terra a causa del lockdown. Questo ha di fatto impedito la raccolta delle dosi raccomandate per le campagne vaccinali. La pandemia ha inoltre concentrato la forza degli operatori sanitari, esclusivamente, o quasi, nei reparti Covid, aperti per poter sostenere l’emergenza.

La necessità di rimettersi al passo con le vaccinazioni

Alcuni paesi stanno cercando di riprendere le vaccinazioni. In Uganda si stanno dando motociclette agli operatori sanitari, mentre in Brasile le farmacie offrono vaccinazioni dalla macchina.  L’Unicef ha noleggiato un volo per consegnare vaccini in 7 stati africani. Secondo la Gavi (Alleanza internazionale per i vaccini), se la pandemia finisse entro 3 mesi, la comunità internazionale potrebbe rimettersi al passo con le vaccinazioni nel giro di un anno e mezzo, ma le previsioni attuali non confermano questo scenario.

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