Asili nido verso la riapertura, ma solo per il 25% dei bambini

Gli asili nido del nostro Paese hanno una netta diseguaglianza nella distribuzione dei posti. Non è solo il distanziamento sociale a preoccupare i gestori e i governatori di regione.

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La stagione degli asili nido è pronta per cominciare, dopo le lunghe settimane in cui i bambini di tutta Italia sono stati costretti a rimanere a casa. Il lockdown imposto per via dell’emergenza Coronavirus ha obbligato le famiglie del Paese a restare in casa con i propri figli. E questo, oltre a una serie di obblighi da rispettare e a problemi di natura personale, ha portato una serie di complicazioni anche per il settore. Ora le cose sembrano avviarsi pian piano verso la normalità, con gli asili nido delle varie regioni d’Italia che stanno provando a riportarsi al passo.

Tuttavia non mancano i problemi legati alla ripartenza, e non solo per quello che sembra essere il principale ostacolo, ovvero il rispetto della distanza sociale. In primis, a tal proposito, è necessario ristabilire il rapporto che c’era tra gli educatori che operano negli asili nido e i bambini con cui si interfacciavano ogni giorno. Il tutto riuscendo a far mantenere la distanza di almeno un metro ai bimbi. Proprio sotto questo aspetto, potrebbe esserci un problema che porta al primo dato preoccupante: un solo bambino su quattro può accedere alle strutture nel nostro Paese.

Asili nido: servono più educatori? – meteoweek.com

E anche in questo settore, come in altri che riguardano il tessuto economico e dell’apprendimento, l’Italia è divisa in due. Le regioni del centro-Nord concentrano la quantità maggiore di posti negli asili nido rispetto all’utenza potenziale. In un’indagine apparsa su Il Sole 24 Ore, tre anni fa c’era posto per il 22,4% dei bambini fino a 2 anni, anche solo il 12,6% di loro frequentava le strutture. Questo lascerebbe intendere che ci sarà posto per tutti, ma non è del tutto vero. Anche perchè ci sono delle tempistiche da rispettare e potrebbero non esserci abbastanza educatori per tutti.

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A seconda della fascia di età dei bambini che possono frequentare gli asili nido, infatti, ci sono delle differenze abbastanza nette. Per i bimbi che vanno dai 3 ai 12 mesi, infatti, è previsto un rapporto minimo di un educatore ogni 4 bambini. Per quanto riguarda i bambini tra i 24 e i 36 mesi di età, invece, è prevista la presenza di un educatore ogni 10 bimbi. Stando a quanto trapela dalla stampa nazionale, il Governo starebbe valutando la possibilità di impiegare la media di un educatore ogni tre bambini. Potrebbe non essere una misura obbligatoria, ma se lo diventasse porterebbe alla luce un altro problema: non tutti gli asili nido hanno una capienza sufficiente. Soprattutto al Sud.

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