Garlasco, la mamma di Chiara Poggi: “Abbiamo trovato l’assassino”

Alberto Stasi ha presentato nuove prove e chiesto la revisione del processo; la famiglia Poggi intervistata ha espresso il suo punto di vista.

Garlasco, Stasi chiede la revisione ma la madre di Chiara non ci sta: “l’assassino è già in carcere” – meteoweek

Era il 13 agosto del 2007 quando Chiara Poggi, impiegata 26enne laureata in Economia, venne trovata morta nella sua villetta a Garlasco, paese in provincia di Pavia. Una mattina come tante altre quando il fidanzato si affaccia per vederla ma la trova riversa in una pozza di sangue. Le indagini e il processo accerteranno che a toglierle la vita è stato proprio lui, Alberto Stasi, fidanzato di una vita. Oggi lo studente della Bocconi è stato condannato in via definitiva a ventiquattro anni di reclusione (pena poi ridotta a 16 anni grazie al rito abbreviato) per omicidio volontario, con l’esclusione però delle aggravanti della crudeltà e della premeditazione. Si è sempre dichiarato innocente e da anni spera nella revisione del processo. Il 19 dicembre 2016 la difesa ha presentato una perizia genetica che indica che il DNA ritrovato sotto le unghie di Chiara Poggi apparterrebbe ad un conoscente della vittima ma non a lui. Il 22 dicembre la procura di Pavia apre una nuova indagine riguardante un amico del fratello di Chiara Poggi, Andrea Sempio, il quale era solito spostarsi in bicicletta per Garlasco e avrebbe il numero di scarpe simile a quello di Stasi, oltre a un alibi non completamente solido. L’inchiesta su Andrea Sempio è stata archiviata il 2 marzo 2017. Oggi, però, sostiene di avere nuove prove che potrebbero riaprire il caso. «Abbiamo depositato una articolata richiesta di revisione della condanna», ha detto l’avvocato Laura Panciroli, del Foro di Milano. Che ha precisato: «In questa tragica e oscura vicenda non sono ancora state scritte le pagine giuste e definitive». Da qui l’appello affinché la vicenda sia riaperta, perché «questo è davvero un errore. Alberto Stasi non è il responsabile» del delitto, ha aggiunto poi il legale, nominato nel dicembre scorso. Sono stati indicati al massimo quattro elementi, analizzati appunto come «nuovi» dalla difesa. Uno dei quali sarebbe la testimonianza di una vicina di casa Poggi, già raccontato dalla trasmissione Le Iene mesi fa. «I tempi possono essere abbastanza rapidi: entro la fine di luglio, in sede camerale, il collegio di sezione potrebbe già decidere sull’ammissibilità dell’istanza di revisione», spiega il presidente della Corte d’appello di Brescia, Claudio Castelli. In caso positivo, «verrà fissata un’udienza per entrare nel merito, alla presenza delle parti». La famiglia Poggi, però, non è d’accordo.

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Stasi, che da anni urla la sua innocenza, era stato inizialmente assolto – meteoweek

“Lo dico come mamma di Chiara. Il colpevole è già stato trovato dal tribunale”: Rita Preda non è d’accordo con la riapertura del processo. La donna ha parlato in un’intervista concessa alla Provincia Pavese dopo la notizia della richiesta di revisione della sentenza. “C’è una sentenza definitiva della Cassazione e per me vale quella”, ha aggiunto la madre di Chiara. “Dopo tutto quello che c’è stato, dopo indagini così accurate non credo ci sia più niente da scoprire. Certo, non sono cose piacevoli, anche se sono passati quasi 13 anni dalla morte di mia figlia. Ci vorrebbe un po’ di tranquillità e questa non arriva mai”. “Io mi fermo davanti a quello che è stato stabilito dopo nove anni di processi e il pronunciamento di tanti giudici. Alla fine – ha ricordato la mamma di Chiara – la Cassazione ha concluso che è stato lui ad uccidere mia figlia. È una sentenza che ci ha dato il risultato con un nome e un cognome. Un nome che sin dall’inizio era già in tutti gli atti delle indagini e dei processi. Secondo i giudici è stato lui. Per noi è stata fatta giustizia. C’è già stata una sentenza definitiva – ha concluso – e a noi basta”. La giustizia ha emesso la sua sentenza, la famiglia Poggi anche, resta solo da capire se gli elementi portati da Stasi saranno abbastanza solida da suscitare un ragionevole dubbio.

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