Morto Alessandro Invernizzi, l’ex patron delle Acque Lurisia

Alessandro Invernizzi è morto la scorsa notte, dopo aver lottato per molti anni contro una malattia che tuttavia non è mai riuscita a togliergli la felicità.

Morto Alessandro Invernizzi

La scorsa notte è morto a Roccaforte Mondovì in provincia di Cuneo, Alessandro Invernizzi, 49 anni, il manager-coach che aveva creato il movimento dei Feliciani, nonché gli estremisti della felicità. Invece, cinque anni fa il manager aveva anche fondato la onlus Volontari  per un Mondo Migliore. “La felicità non esiste, esiste l’essere felici” o ancora “La felicità è fare, non avere o essere”: è questo ciò che diceva e rappresentava Invernizzi. Da oltre 10 anni, Invernizzi lottava contro la leucemia, una malattia che lo ha portato via dai suoi due figli piccoli e da Yara, la sua ex moglie. La malattia ha costretto Alessandro ad un lungo ricovero in una camera sterile di 18 metri quadri. È in quella stanza che Alessandro ha scoperto il piacere di scrivere su un blog: www.18mq.it, appunto.

L’imprenditore e titolare delle Terme di Lurisia, ad oggi ancora chiuse a causa della pandemia, e fino a pochi mesi fa anche delle Acque Minerali Lurisa, è nato a Milano nel 1971 accanto al padre Vittorio, anch’esso imprenditore. Il padre di Alessandro aveva infatti curato l’acquisizione e il rilancio dell’azienda Lurisia dal 1996, nella quale alcuni anni dopo entrò l’imprenditore piemontese Oscar Farinetti. Mentre l’anno scorso vi fu la cessione alla multinazionale Coca Cola e prima di questa operazione Acque Lurisia aveva già triplicato il fatturato esportando le bottiglie in vetro con l’acqua delle Alpi Marittime in ben 42 Paesi del mondo. Effettivamente, Alessandro ha trasformato l’azienda di famiglia in un marchio iconico.

Il manager ha lottato a lungo contro la leucemia e non si è mai arreso. Solo pochi giorni fa Alessandro aveva anche annunciato la riapertura delle terme per lunedì 6 luglio. Inoltre, il 17 giugno Alessandro scriveva sul suo blog un riferimento del pensiero positivo per molti: “Non sono un genio, un visionario o una persona normale, nella media. Sono una persona come tante altre, forse con solo un po’ di consapevolezza dell’importanza dell’avere vicino persone positive, con la voglia di fare e soprattutto collaborare. Ho guidato per molti anni un’azienda, abbiamo affrontato tanti problemi e sfide. Non sempre abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo posti, alcune volte abbiamo commesso errori, ma alla fine siamo sempre riusciti a raggiungere il nostro scopo. Portare un beneficio alle persone. Ai nostri clienti e a noi. Questo è stato il motivo del nostro successo. Eravamo una squadra di valore”.

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