Con la Rai ho chiuso. L’ultima volta mi hanno detto “ci sono 10 mila euro per lei e per l’orchestra”. Ho dovuto dire “basta, grazie”.
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In una appassionante intervista al Corriere, il premio Oscar Ennio Morricone, classe 1928, parla con orgoglio dei figli, del rapporto con la moglie Maria (che dura da 65 anni): “è stata bravissima a sopportarmi”, e del divorzio dalla Rai: “i musicisti non possono suonare a loro spese”. Emerge il ritratto di un uomo fedele, serio, pragmatico, innamoratissimo della moglie, conosciuta nel 1950, poi sposata nel ’56: “giorno per giorno, goccia dopo goccia, le sono stato accanto e l’ho fatta innamorare. Perché nell’amore come nell’arte la costanza è tutto”.
“Attenzione militare, orari rigorosi, sono un tipo duro, innanzitutto con me stesso, altrimenti i risultati non arrivano. Il successo viene certo dal talento, ma ancora di più dal lavoro, dall’esperienza e ripeto, dalla fedeltà: alla propria arte come alla propria donna”, prosegue il Maestro. Circa il divorzio dalla Rai, Morricone si dice imbarazzato per quanto accaduto, ma convinto della sua forte scelta: “incidere una colonna sonora con un’orchestra costa dai 20 ai 40 mila euro, non posso chiedere ai musicisti di suonare a loro spese”. Capisce e condivide le ristrettezze economiche dell’azienda, “io posso anche decidere di lavorare gratis per il mio Paese, ma i musicisti vanno rispettati”.
Vincitore del premio Oscar nel 2016 come miglior colonna sonora di The Hateful Eight, considera Quentin Tarantino, una persona piena di umanità e dotato di grande tatto. “Le sue scene possono sembrare un po’ terribili, ma voi fate così: quando le guardate provate a soffermarvi non sull’assassino, ma sulla vittima. Nell’occhio della vittima si vede tutta la sensibilità di Tarantino”.
A Roma, la città in cui è nato nel 1928 e dove ha conosciuto la moglie Maria, è legatissimo. Ricorda quando da bambino, durante l’occupazione nazista, trasportava con il triciclo “impolveratissimo” sacchi di trucioli (dello zio falegname) dal fornaio: ogni dieci sacchi, un chilo di pane. Oppure della bomba in Via Rasella, fino all’arrivo degli Alleati “e suonai la tromba per loro nei locali di Via Cavour”.





