Razzismo, aumento del 13% in 2 anni. Dunque il problema non è Salvini?

Uno studio di Demos&Pi dimostra che il 60% degli italiani percepisce un clima razzista, il 13% in più rispetto a due anni fa, in pieno “periodo Salvini”.

Stop al razzismo - Meteoweek.com
A migrant holds a placard reading “stop” during a demonstration in Rome on June 16, 2015. Italy warned today that EU solidarity is at stake if the 28-nation bloc fails to reach a deal on sharing the burden of the Mediterranean migrant crisis. AFP PHOTO / ALBERTO PIZZOLI

Il problema del razzismo in Italia esiste, e gli italiani lo sanno bene. Questo è ciò che emerge dall’ultimo sondaggio Demos&Pi, secondo il quale più della metà dei cittadini del Bel Paese hanno la percezione di vivere in un contesto sociale discriminatorio. Infatti alla domanda proposta dagli analisti (“Secondo alcuni osservatori in italia c’è un problema di razzismo. Quanto si direbbe d’accordo?”) il 60% degli intervistati si è dichiarato “abbastanza d’accordo” o “molto d’accordo”. Dunque gli italiani percepiscono un clima che tende sempre di più ad una deriva deliberatamente razzista.

La componente della società più spaventata da questo atteggiamento sono i giovani. Lo studio Demos&Pi ha infatti dimostrato che l’84% degli under 29 intervistati è allarmato dal clima discriminatorio che avvelena l’aria mediterranea del Paese. Seguono i soggetti tra i 33 e i 44 anni: il 69% di loro riconosce che in Italia c’è un problema di razzismo. I meno sensibili rispetto a questo tema sembrano invece essere gli over 65. Solo il 48% degli intervistati in questa fascia d’età si dichiara d’accordo alla domanda posta dagli esaminatori.

Fin qui nessuna novità: di razzismo si è parlato tanto negli ultimi anni ed è indubbio che alcuni atteggiamenti discriminatori in Italia ci siano. Ciò che di sorprendente emerge dalla statistica è che il problema razzismo è individuato dal 13% degli italiani in più rispetto a due anni fa. Cosa c’è di tanto incredibile? Semplice: due anni fa a capo del Viminale c’era il leader leghista Matteo Salvini, che con la sua politica dei “porti chiusi” aveva suscitato chiare accuse di razzismo. I giornali si erano scatenati nell’evocare una prossima implosione del rispetto tra esseri umani, tanti si erano preoccupati del clima d’odio ed intolleranza verso gli immigrati che avrebbero potuto suscitare le posizioni di Salvini. E invece, a due anni di distanza dalla fine del governo coadiuvato dal leader leghista, il razzismo in Italia non solo c’è ancora, ma è addirittura aumentato.

L’interpretazione dei dati: alcune domande che sorgono spontanee

Presa coscienza dei dati, sorge ora la questione su come vadano interpretati. Il problema del razzismo è un affare che riguarda il Governo Conte II più di quanto abbia riguardato il Conte I? In altre parole: sono davvero le posizioni di Matteo Salvini a fomentare atteggiamenti razzisti? Oppure anche questo ultimo Esecutivo si è fatto portatore di istanze discriminatorie? Certo però sarebbe difficile incolpare il Pd di posizioni a sfavore degli immigrati. E’ dunque possibile che l’aumento registrato da Demos&Pi non sia altro che uno strascico del “periodo Salvini”? O ancora: è plausibile credere che sia semplicemente aumentata la sensibilità degli italiani rispetto al tema, visto anche il recente movimento del Black Lives Matter? In fondo il sondaggio parla chiaramene di percezione del razzismo e non propone un conteggio di atti discriminatori effettivamente avvenuti. Il dibattito sull’interpretazione corretta da dare al sondaggio rimane aperto.

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