A 6 anni da solo su un barcone dalla Libia: ritrova la mamma commossa in Italia

Si chiama Juniò, il bimbo di 6 anni che ha affrontato la traversata da solo in mare per raggiungere la mamma e la sorella sbarcate in Italia. Si è imbarcato su un peschereccio dalla Libia riuscendo a sfuggire alla vista degli scafisti. 

Juniò è rimasto nascosto su un peschereccio partito dalla Libia fino a che non è stato soccorso dalla Ocean Viking della Ong SOS Mediterranee. Arrivato in Italia, sempre da solo, ha trascorso la quarantena sulla nave Moby Zaza, assistito sempre dalla Croce Rossa. La madre era partita 5 mesi prima con la sorella, costretta a lasciare il piccolo da un’amica in Libia. Grazie all’impegno collettivo, la donna è stata rintracciata nel Cara di Isola Capo Rizzuto e i tre si sono finalmente riabbracciati nel centro di Sant’Anna, in Calabria.

La traversata di Juniò, a 6 anni senza genitori

Quella di Juniò è una delle tante drammatiche storie di immigrazione. La sua famiglia era partita unita: padre, madre e due figli gemelli dalla Costa d’Avorio. Una volta in Libia, prima di mettersi in viaggio per l’italia, il marito della donna è morto. La giovane mamma ha deciso così di imbarcarsi, per poter ricominciare una nuova vita.  Le viene specificato però, di poter portare con sé soltanto uno dei due figli, e così sceglie di attraversare il mare con la gemellina. Juniò verrà lasciato da un’amica di famiglia in Libia che si prenderà cura di lui fino alla partenza.

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Il bimbo riabbraccia la sua mamma in Italia

Cinque mesi dopo, Juniò, da solo, decide di partire. Vuole in tutti i modi ritrovare la mamma, anche a costo della vita. Riesce ad imbarcarsi su un peschereccio, nascondendosi. Così sfugge allo sguardo degli scafisti e rimane da solo all’interno della barca per molto tempo. Il peschereccio viene assistito dall’equipaggio della Ocean Viking, la nave della Ong SOS Mediterranee, che intercetta il barcone in acque internazionali. Juniò esce allo scoperto e viene assistito dai volontari della nave Moby Zazà davanti a Porto Empedocle, su cui trascorrerà la quarantena.  La donna, nel frattempo, era ospite del Cara di Isola Capo Rizzuto e aveva raccontato la sua storia ai volontari della Croce Rossa, sottolineando il dispiacere di aver lasciato il piccolo in Libia.  Grazie al contributo di molti volontari, confrontando dati e foto, il piccolo ha potuto riabbracciare la sua mamma che, commossa lo ha aspettato a braccia aperte insieme alla sorellina.

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