Coronavirus, la situazione in Libia fa tremare anche l’Italia

Si teme per la presenza di nuovi focolai con gente positiva al Coronavirus a Tripoli e dintorni. Le prime avvisaglie erano arrivate con le notizie provenienti dagli ultimi sbarchi delle navi delle Ong.

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Ora si può parlare di situazione a dir poco critica in Libia. L’emergenza Coronavirus sembra aver preso il largo nel Paese nord-africano, con l’Italia che presta ascolto alle ultime notizie in arrivo da Tripoli. Aumenta la preoccupazione per quello che è lo scoppio in piena regola dell’epidemia di Covid, che si sta allargando in maniera esponenziale negli ultimi giorni. E come si è visto dagli ultimi sbarchi avvenuti nelle coste a Sud del nostro Paese, l’Italia non può restare indifferente, considerando le recenti conseguenze.

Sono stati in particolare due gli sbarchi di navi che avevano al proprio interno persone risultate positive al Coronavirus. I 28 “infetti” a bordo della Sea Watch 3 si sono uniti agli otto casi presenti sulla nave Mare Jonio della Mediterranea Savinh Humanitas. A livello numerico non si tratta di cifre imponenti, ma l’attenzione e la cautela devono essere al picco massimo per evitare una nuova diffusione nel nostro Paese. La Libia, dal canto suo, sta assistendo a una crescita dei controlli, con migliaia di tamponi eseguiti negli ultimi giorni.

Tuttavia, la situazione preoccupa e non poco. Anche perchè nel frattempo prosegue, seppur non nella maniera sanguinosa di qualche mese fa, il conflitto tra le forze armate del Governo e il fronte guidato da Haftar. Ma in questi ultimi giorni il tema legato all’emergenza Coronavirus è tornato a farsi sentire, tanto da placare in buona parte gli scontri a fuoco. E come riporta ai microfoni del Giornale il giornalista Faraj Aljarih, “non ci sono abbastanza test per misurare l’estensione del Coronavirus”. Non il massimo della vita per un Paese il cui sistema sanitario è ai minimi storici.

Il virus viaggia sui barconi? – meteoweek.com

Aljarih sostiene che “la Libia non ha ancora raggiunto l’apice della diffusione del virus e siamo solo all’inizio”. Si può dire tranquillamente, dunque, che il peggio deve ancora venire. Soprattutto se, come dice il giornalista, “le autorità continuano a non prendere provvedimenti concreti sul terreno per contrastare la diffusione del Coronavirus”. I due governi che operano in Libia – quello situato in Cirenaica e quello che opera in Tripolitania – hanno adottato misure troppo semplici e poco efficaci. Per questo motivo la situazione si sta complicando a vista d’occhio.

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E in questo senso, come si posiziona l’Italia? Stando a quanto rivela Aljarih, “le informazioni sul numero di casi confermati nei centri di detenzione sono molto scarse”. Questo succede perchè a controllare i centri di detenzione dei migranti sono militari non governativi, che operano in base all’ideologia dei gruppi armati. E c’è il forte timore che questi centri di detenzione, che versano in condizioni pessime, possano diventare epicentri della diffusione del Covid. E anche le misure annunciate, come i coprifuoco e i divieti di spostamento tra le diverse città, non vengono applicati. E l’Italia ora teme.

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