Interrogato Conte su mancata zona rossa nella Bergamasca

Il presidente del Consiglio è stato interrogato dal canale d’informazione Nius, circa le motivazioni della mancata zona rossa nella provincia di Bergamo.

Mancata zona rossa nella Bergamasca

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nei giorni scorsi ha risposto ad una domanda ricevuta dal canale d’informazione spagnolo Nius. Tale domanda è stata posta in merito all’inchiesta della Procura di Bergamo circa l’ipostesi che ci sia stato un possibile pressing da parte di Confindustria al fine di impedire il lockdown. “Non ho avuto richieste da Confindustria, non è cosa che mi riguarda, le decisioni che abbiamo preso sono state fatte senza ascoltare Confindustria, assolutamente no”: queste le parole di Conte.

Il presidente del Consiglio continua poi affermando: “Non mi preoccupo perché c’è stata l’eventualità di essere chiamato a riferire dei fatti, mi sono subito reso disponibile, penso che il premier debba assumere decisioni sempre in trasparenza”. Mentre quando gli è stato chiesto se abbia avuto alcuni ripensamenti circa il suo modo di agire durante il periodo di lockdown dovuto alla pandemia, Conte risponde: “Sinceramente non credo di essere infallibile, non credo di essere la persona che prende sempre la decisione giusta nel momento giusto ma una cosa è certa, quando prendo una decisione valuto tutte le implicazioni e anche in quel caso c’è stata grande ponderazione. Perciò è difficile dire ora abbiamo sbagliato”.

I pm di Bergamo avevano già interrogato il presidente del Consiglio il 12 giugno in relazione alla mancata istituzione della zona rossa nei comuni di Nembro e Alzano Lombardo. A Bergamo, infatti, si è sviluppata una forte protesta da parte dei parenti delle vittime di Covid-19 e sono state presentate ben 50 denunce in Procura sulla gestione della crisi. In questo caso, il premier aveva dichiarato di essere sicuro e certo di aver fatto il suo dovere: “Riferirò doverosamente tutti i fatti di mia conoscenza. Non sono affatto preoccupato, non è arroganza. Non commento le parole del procuratore”.

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