Premier olandese Rutte, Recovery Fund solo a patto di rigide condizioni

Il premier olandese Rutte torna a parlare del Recovery Fund in occasione di quello che sarà il prossimo vertice Ue fissato per venerdì. Il leader dei Paesi Bassi è pessimista sull’accordo, e sarebbe disposto a dare sussidi solo a patto di rigide condizioni.

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In occasione di un’audizione al parlamento nazionale, oggi il primo ministro olandese Mark Rutte ha dichiarato di essere pessimista circa le possibilità di raggiungere un accordo sul Recovery Fund europeo, in quello che sarà il nuovo vertice Ue fissato per venerdì 17 luglio.

“Le risposte che vengono date alle nostre proposte non mi fanno ben sperare sulle possibilità di raggiungere un accordo“, ha detto Rutte nel dibattito parlamentare. Per il premier olandese, del resto, i sussidi a fondo perduto del Recovery Fund “dovrebbero comportare condizioni molto rigide“, “questo è l’unico modo per accettarli”. Per Rutte, dunque, i sussidi potrebbero arrivare solo se “saranno effettivamente fatte riforme serie“. “Ma non credo che questa idea sarà accettata”, ha però dichiarato contestualmente all’audizione parlamentare.

La resistenza di Rutte rischia di danneggiare la ripresa europea

La posizione del ministro olandese, che trascina con sé gli altri Paesi del nord che si oppongono a un Recovery Fund senza condizioni, rischia di minare la ripresa dell’Europa da quella che è la crisi provocata dalla pandemia. A parlarne, del resto, è anche il Financial Times, che addita il leader dei Paesi Bassi come colui che vuole l’ultima parola su quali Paesi meritino o meno gli aiuti dell’Ue. Eppure, l’idea che il parlamento olandese possa imporre termini ai governi dei Paesi come l’Italia e la Spagna non solo non è democratica, ma anche controproducente. Così come controproducente è, però, politicizzare l’intero processo, con i governi nazionali che sottoscrivono accordi l’uno con l’altro.

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Il premier Rutte, comunque, ha già tenuto una serie di discussioni individuali nei giorni scorsi con i vari leader degli Stati europei, che hanno cercato di convincere i Paesi Bassi a ritirare la loro opposizione alle proposte per un fondo che avrebbe valore di 750 miliardi di euro, e che è al momento sostenuto anche da Francia e Germania. Ciò a cui si oppone ancora il leader olandese, però, è l’idea di di rendere disponibile gran parte del fondo sotto forma di sovvenzioni – pagate dunque anche dai Paesi meno colpiti dalla pandemia e dalla crisi da essa derivata – a meno che i governi che scelgano di usarlo non trovino un modo di garantire il corretto utilizzo e rimborso delle misure messe a disposizione.

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